Siena
Dopo l’assemblea di ieri davanti ai cancelli della Beko, il confronto tra lavoratori, istituzioni e politica entra in una fase cruciale tra aspettative, preoccupazioni e prospettive sulla reindustrializzazione e sul futuro dello stabilimento.
Massimo Martini, segretario Uilm Uil Siena è chiaro: “Abbiamo incontrato i nostri lavoratori questa mattina, e la loro presenza così numerosa ci ha fatto molto piacere. Significa che sono ancora coinvolti pienamente nella vertenza, e questo è fondamentale. Avevo il timore che la partecipazione potesse diminuire con il tempo, invece ogni volta mi devo ricredere: la rappresentanza è sempre forte e sentita”. Martini sottolinea anche il valore dell’incontro romano: “Abbiamo spiegato ai lavoratori i contenuti dell’incontro a Roma, che è stato intenso, difficile ma molto importante. Siamo riusciti a portare a casa un risultato completo sia dal punto di vista economico che sociale. Abbiamo garantito tutte le tutele necessarie per i lavoratori e abbiamo sottolineato il ruolo fondamentale del Comune di Siena, che insieme al Governo ha permesso, tramite Invitalia, l’acquisizione dello stabilimento. Oggi qui con noi c’erano anche i rappresentanti del Comune, e questa presenza è molto significativa”. Non manca un riferimento alla formazione e all’accordo con la Regione Toscana: “Abbiamo ricordato anche l’accordo, il memorandum già siglato con la Regione Toscana, che sarà formalizzato la prossima settimana. Si tratta di un’intesa importante anche sul tema della formazione, perché consente ai lavoratori di accedere a percorsi formativi finanziati con investimenti regionali, grazie anche al supporto del consigliere del Presidente”. Martini traccia infine la prospettiva futura: “Il nostro obiettivo è garantire la continuità occupazionale durante la reindustrializzazione. Siamo riusciti a ottenere che i lavoratori abbiano un passaggio diretto verso il nuovo imprenditore, mantenendo tutte le tutele e i diritti acquisiti. Inoltre, abbiamo già previsto, insieme alle istituzioni, alle organizzazioni di categoria e alle agenzie del territorio, delle misure per ricollocare i lavoratori qualora la reindustrializzazione non riuscisse a riassorbirli tutti. Tuttavia, crediamo fortemente nella buona riuscita di questo nuovo percorso industriale e siamo ottimisti che l’occupazione sarà salvaguardata”.
Daniela Miniero, segretaria Fiom Cgil, ribadisce il valore condiviso della battaglia: “Tutte le parti coinvolte in questa vertenza sono ben consapevoli che il nostro obiettivo prioritario resta dare un futuro industriale e lavorativo a questo territorio, sia per i lavoratori di oggi sia per quelli di domani. Tutte le azioni sono finalizzate a questo scopo. Anche l’accordo quadro sulla formazione, che firmeremo il 6 agosto, è pensato proprio per preparare i lavoratori in vista della futura reindustrializzazione: non si tratta di una formazione generica, ma di percorsi mirati sulle esigenze dei nuovi investitori”. Miniero si sofferma anche sui risultati già ottenuti e le garanzie future: “Siamo più fiduciosi perché, pur con molta fatica, abbiamo concretizzato due passaggi fondamentali: la tutela degli ammortizzatori sociali e la procedura per l’acquisizione dello stabilimento, che è la base per la reindustrializzazione. Attualmente ci sono circa dieci soggetti interessati, ma tutti dovranno confrontarsi con le organizzazioni sindacali: non vogliamo speculazioni sulla pelle dei lavoratori. È stato garantito che il passaggio dei lavoratori al nuovo soggetto avverrà senza soluzione di continuità e nel rispetto di tutte le tutele contrattuali e salariali attuali. Questo è un punto su cui nessuno è disposto a fare un passo indietro”. Sottolinea poi la fermezza delle istituzioni: “La presenza oggi dell’amministrazione comunale di Siena dimostra che la priorità rimane chiara per tutti. Non ci muoviamo di un centimetro: la tutela dell’occupazione è fondamentale. Il governo, esercitando il Golden Power, ha garantito che nessun posto di lavoro sarà perso se non per scelta volontaria. Il nostro compito sarà vigilare e accompagnare i lavoratori fino all’ultimo giorno di questa vertenza”.
Per Giuseppe Cesarano di Fim Cisl si tratta di una sfida collettiva con risvolti anche delicati: “Alcuni lavoratori hanno manifestato la volontà di uscire e questo ci dispiace. Forse, con l’accordo che ora è stato raggiunto e garantisce maggiori tutele, sarebbe stato meglio attendere. Tuttavia, confidiamo che chi ha deciso di lasciare abbia trovato nuove opportunità fuori”. Cesarano si sofferma poi sul significato nazionale di questa vertenza: “Per quanto riguarda la credibilità sindacale, questa è una vertenza che fa storia, non solo a livello locale ma anche nazionale. L’accordo che abbiamo raggiunto rappresenta un esempio, perché per la prima volta lo Stato entra insieme a un capitale privato e si impegna a proseguire l’attività industriale in questo territorio, a queste condizioni. Non ci sono molti altri casi simili”. Sulla prospettiva futura, aggiunge: “Credo che la vera partita inizi adesso, con la valutazione dei soggetti industriali interessati. Spero che siano più di uno, perché è importante diversificare e saper cogliere le opportunità nei diversi contesti. Inoltre, qui abbiamo una popolazione anagrafica elevata: dobbiamo essere capaci di puntare sia sull’attività politica che su quella industriale, per garantire nuove prospettive di lavoro all’azienda e al territorio”.
Infine, la voce del direttore dello stabilimento con Stefano Schiazza: “Sulla reindustrializzazione, devo dire che è stato un passaggio molto importante. Anche il Governo ha fatto la sua parte e la politica, questa volta, ha davvero agito concretamente. È una scelta che può diventare un modello anche per altre realtà. Da quello che vedo, credo che sia stato fatto molto da tutti, anche da parte nostra”.
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