SIENA
corteo dei lavoratori Beko
Resta da percorrere l’ultimo metro. Forse qualcosa in più, considerando che da qui a qualche mese deve saltare fuori un soggetto disposto a investire nel futuro dello stabilimento Beko di viale Toselli.
Rispetto al gruppo turco, chi subentrerà lo farà a condizioni differenti. Magari con una struttura rinnovata, visto l’impegno di bonifica degli attuali gestori. Sicuramente con una proprietà diversa, che poggia le basi sulle garanzie statali, e qualche lavoratore in meno. Negli ultimi mesi, da quando è stato raggiunto l’accordo tra le parti, sono quattordici i dipendenti che hanno fatto un passo indietro. Ieri hanno lasciato l’azienda in cinque. Tutti senza indennità di disoccupazione, ma con un sostanzioso bonus di uscita. Ora che la Naspi è stata convalidata, è probabile che le uscite siano ancora più frequenti.
Chi resterà ha la sicurezza di essere riassorbito dal nuovo soggetto che porterà avanti la reindustrializzazione. Secondo quanto dichiarato anche due giorni fa al ministero sarebbero una decina le realtà interessati a portare avanti la produzione, anche se Sernet, l’advisor incaricato, non si è mai esposto ufficialmente. Oggi intanto davanti alla fabbrica di viale Toselli arriverà la giunta e il deputato Francesco Michelotti, che ieri si è visto approvare un’ordine del giorno sui comparti produttivi, per presentare le linee guida della società formata da Invitalia e Comune.
Il 6 agosto i sindacati saranno di nuovo in Regione per sottoscrivere l’accordo di formazione per riqualificare il personale in vista del nuovo percorso che il sito intraprenderà.
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