Nel mondo del Palio di Siena Aceto resta sempre il re. Con 14 vittorie, Andrea Degortes è molto più di un fantino: è una leggenda vivente, un'icona che ha superato il confine delle Contrade per entrare nella storia nazionale. Neanche Tittia, l’attuale dominatore della scena, è riuscito a scalzarlo dal trono pur avendo la possibilità di dare l'assalto al suo primato di trionfi. "Giovanni Atzeni è molto bravo a cavallo, niente da dire", ammette il vecchio leone a Fonni, dove è ospite d'onore. Poi affonda il colpo: "Tra me e lui c’è una differenza grande: lui può vincere anche 50 Palii, ma a quattro chilometri da Siena non lo conosce nessuno. Io invece sono noto in tutto il mondo".
Il ritorno in Sardegna, sua terra d'origine, è occasione per aprire lo scrigno dei ricordi: "Quando i miei coetanei andavano a scuola, io guardavo le capre a Olbia. Non ho sofferto la fame, ma certo non volevo restare povero. Per questo me ne sono andato in Continente. Se fossi rimasto in Sardegna, avrei finito col fare il bandito. Non mi vergogno a dirlo, il mio carattere mi avrebbe portato su quella strada perché non volevo restare povero. La ricchezza non è una colpa e io non l’ho trovata: me la sono creata. Da piccolo ho sofferto, e forse per questo sono diventato un po’ cattivo con la gente. Ma il benessere me lo sono voluto conquistare. Se tornassi indietro rifarei tutto, soprattutto sapendo quanto successo avrei avuto andandomene".