Siena
Oggi in Consiglio comunale approdano i debiti fuori bilancio legati a una serie di sentenze sfavorevoli per il Comune di Siena, dopo che ieri l’assessore al bilancio ha informato la Commissione. Al centro della questione ci sono quattro ricorsi vinti dai cittadini contro multe per eccesso di velocità accertate tramite autovelox, tutti basati su un elemento chiave: la mancata omologazione degli apparecchi utilizzati. Una questione che, nei mesi scorsi, ha già acceso il dibattito e portato il Comune a “oscurare” momentaneamente anche il tutor di Malamerenda.
Le sentenze dei Giudici di Pace di Siena, tutte depositate tra aprile e giugno, hanno accolto i ricorsi presentati da automobilisti e imprese, annullando i verbali e condannando l’amministrazione a rimborsare le spese legali per un totale di circa 1.400 euro. I giudici hanno ritenuto fondato il motivo principale delle opposizioni: per essere validi, secondo l’articolo 142 del Codice della Strada, i rilevatori di velocità devono essere “debitamente omologati” e non semplicemente “approvati”. Si tratta di una differenza tecnica ma fondamentale, ben chiarita anche dalla Cassazione, che richiede una specifica procedura ministeriale per garantire la piena affidabilità dell’apparecchio. Nei casi esaminati, il Comune non ha prodotto la documentazione necessaria a dimostrare l’omologazione degli strumenti utilizzati, limitandosi a sostenere la legittimità dell’operato della Polizia Municipale.
Nelle sentenze si sottolinea come la semplice “approvazione” non sia sufficiente, perché, in caso di contestazione, la legge richiede la prova dell’omologazione tecnica, senza la quale la multa va annullata. In alcuni casi, le opposizioni hanno anche riguardato errori nella notifica dei verbali via Pec. Il Comune ora si trova a dover riconoscere questi debiti fuori bilancio, che verranno coperti con fondi già messi a bilancio per il 2025-2027.
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Intanto il tutor installato a Malamerenda, coinvolto in ricorsi simili, è stato spento temporaneamente in attesa di chiarimenti. La vicenda obbliga l’amministrazione a rivedere la gestione degli strumenti di controllo elettronico e ad agire con maggiore attenzione nella verifica delle procedure richieste dalla normativa, per evitare nuove condanne e ulteriori costi per le casse pubbliche.
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