Finanza
Rocca Salimbeni, Mps
Via libera della Consob e dell'Antitrust al documento dell’offerta pubblica di scambio (Ops) lanciata da Banca Monte dei Paschi di Siena su Mediobanca: l’autorità di vigilanza ha approvato il prospetto che illustra i dettagli, gli scenari e gli effetti finanziari dell’operazione annunciata dall’istituto senese a inizio 2025, giunta ora al termine dell’iter autorizzativo dopo sei mesi.. A questa autorizzazione si è aggiunta anche quella dell’Antitrust italiano, che ha dato il proprio assenso “incondizionato” all’acquisizione del controllo di Piazzetta Cuccia da parte di Mps.
Il calendario dell’offerta è stato fissato: l’operazione partirà il 14 luglio e si concluderà l’8 settembre, per un totale di 40 giorni di Borsa aperta, il massimo consentito. La scelta di estendere il periodo fino a settembre tiene conto dell’avvio dell’offerta in piena estate e della volontà di permettere al mercato di valutare i risultati della semestrale di Mps, in uscita il 5 agosto.
La prossima settimana il consiglio di amministrazione di Mediobanca si riunirà per esprimere la propria valutazione sull’operazione, che secondo le anticipazioni dovrebbe essere negativa, in linea con la posizione già espressa dall’istituto milanese, che considera l’offerta “non concordata e fortemente distruttiva di valore”. Mediobanca ha inoltre chiesto che nel documento d’offerta siano chiariti gli effetti su utili, dividendi e capitale regolamentare di Mps in caso di adesioni inferiori al 50%, scenario che renderebbe impossibile accelerare l’utilizzo dei crediti fiscali e rallenterebbe la realizzazione delle sinergie attese.
Nel frattempo, Mediobanca ha presentato il proprio piano stand alone, che promette una remunerazione agli azionisti fino a 4,9 miliardi di euro entro il 2028, di cui 4,5 miliardi in dividendi e 0,4 miliardi tramite buyback, ribadendo la mancanza di razionale industriale e finanziario nell’Ops promossa da Mps.
La proposta di Mps prevede lo scambio di 2,533 azioni proprie per ogni azione Mediobanca, con l’obiettivo di creare un terzo polo bancario nazionale ben diversificato, integrando le competenze dei due gruppi nei settori della banca commerciale, investment banking, wealth management e credito al consumo. A Siena si ostenta fiducia nel successo dell’operazione, che si considera virtualmente chiusa con tassi di adesione sopra il 50%, mentre al di sotto di tale soglia il management di Mediobanca potrebbe tentare di resistere, anche valutando la richiesta di revoca del consiglio di amministrazione.
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