SIENA
Alberto Nagel ha messo in fila i numeri, "un entusiasmante percorso di crescita stand alone", poi per marcare la differenza, ha piazzato qualche frecciata alla strategia di Mps.
"E' priva di razionale industriale e finanziario ed è caratterizzata da evidenti elevati rischi di esecuzione", ha detto il manager di Mediobanca, che stamani ha presentato l'aggiornamento degli obiettivi al 2028 (i precedenti scadevano nel 2026) per allinearsi a Rocca Salimbeni e permettere agli azionisti un confronto, che a breve (metà luglio circa) saranno chiamati a decidere sull'offerta dell'istituto senese alla realtà di piazzetta Cuccia. Priva al momento della controfferta a Banca Generali (se ne parlerà in autunno) e quindi ancora più sulla difensiva.
Tra i punti evidenziati dal management della banca d'investimento, nel bocciare l'integrazione con Montepaschi: il rischio di avere la realtà aggregata un profilo di banca commerciale di medie dimensioni indifferenziata, ad elevato assorbimento di capitale, altamente sensibile al contesto macroeconomico, senza rafforzamento in alcuno dei segmenti di attività di Mediobanca e rimanendo viceversa immutati i rischi insiti nel bilancio di Mps; la riduzione a doppia cifra dell'Eps (utile per azione), per le limitate sinergie da funding, la presenza di cospicue dissinergie di ricavo e la sostanziale assenza di reali sinergie di costo; la non comparabilità della politica di remunerazione degli azionisti che è a rischio di esecuzione basso in Mediobanca ed elevato in MPS per effetto delle predette difficoltà di integrazione; il forte sconto implicito nel prezzo dell'offerta rispetto al valore intrinseco di Mediobanca, delle sue attività, nonché delle sue prospettive di crescita e di creazione di valore.
Per quanto riguarda la stessa Mediobanca, è prevista una crescita nella remunerazione degli azionisti fino a 4,9 miliardi di euro nel triennio di cui 4,5 miliardi in dividendi e 0,4 miliardi tramite il completamento del piano di riacquisto e cancellazione di azioni proprie previsto nel BP26 presentato nel maggio 2023. E ancora, la crescita degli utili è prevista a 1,9 miliardi di euro (+45% nel triennio, +14%) e dell'utile per azione a 2,4 (+14%) considerando il solido sviluppo degli utili ordinari a 1,7 miliardi (+30% o +9%) e il conseguimento di utili derivanti dalla progressiva valorizzazione del progetto immobiliare nel Principato di Monaco per un apporto lordo cumulato di 500 milioni nel triennio.
Relativamente alle poste patrimoniali, gli impieghi cresceranno da 54 a quasi 63 miliardi (+5%) per effetto della crescita di tutti comparti; la raccolta salirà da 69 a 82 miliardi, per la crescita dei depositi (da 30 a 33 miliardi, con costo in calo da 1,8% a 1,5%).
Ieri sera, sull'altro fronte era arrivato il via libera del Cda all'aumento di capitale a pagamento fino a 13,19 miliardi di euro, finalizzato a supportare l'offerta pubblica di scambio volontaria lanciata sull'intero capitale di piazzetta Cuccia.
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