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Cronaca

Delitto di Garlasco, dna maschile trovato nel tampone orale di Chiara Poggi. Ma potrebbe essere dell'assistente del medico legale

Le analisi in corso stanno fornendo nuovi riscontri

Gennaro Groppa

12 Luglio 2025, 00:09

Chiara Poggi

Chiara Poggi

Ci sarebbe dna maschile all’interno della bocca di Chiara Poggi. Nella giornata odierna l’incidente probatorio nelle nuove indagini sul delitto di Garlasco avrebbe fornito altri elementi potenzialmente importanti, ma ancora comunque da approfondire. I periti incaricati dal Tribunale di Pavia avrebbero trovato del dna maschile nel tampone orale che fu effettuato nel 2007 dal medico legale Marco Ballardini sul corpo di Chiara Poggi, e che adesso è stato rianalizzato. E questo dna, stando a quanto trapela, a un primo confronto preliminare non sarebbe compatibile né con Alberto Stasi né con Andrea Sempio e nemmeno, a quanto pare, con i rappresentanti delle forze dell’ordine che entrarono nella villetta di via Pascoli a Garlasco dopo la morte della ragazza. Si parla già infatti di dna di ignoto. Se confermata sarebbe, ovviamente, una notizia molto importante nelle nuove indagini sul delitto di Garlasco.

Tuttavia Sky parla dell’ipotesi di una contaminazione che potrebbe essere avvenuta dopo l’omicidio, in quanto i risultati potrebbero essere comparabili con l’aplotipo dell’assistente del medico che ha eseguito i primi rilievi sul corpo di Poggi”.

La notizia della presenza di dna maschile nella bocca di Chiara Poggi è trapelata nella giornata odierna, è ovviamente da confermare e anche l’esame in questione andrebbe ripetuto una seconda volta per la conferma dei risultati. In termini tecnici, poi, si dice che questo profilo dovrà essere “amplificato” dalla genetista Denise Albani.

L’incidente probatorio è stato in questo caso condotto su garze che erano state utilizzate dal medico legale Marco Ballardini nell’autopsia sul corpo di Chiara Poggi e che sono ora oggetto di nuova analisi. Se il tampone effettuato nelle parti intime di Chiara non avrebbe dato alcun risultato quello effettuato sulla bocca della ragazza avrebbe quindi invece fornito un dna di tipo maschile, che “introdurrebbe” sulla scena del crimine una persona al momento non indicata e non conosciuta in queste indagini. A meno che non si tratti di una “contaminazione” avvenuta dopo la morte della ragazza.

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