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Fotovoltaico ex Idit e Ampugnano, la bocciatura di Alessandro Vigni: "Fumo negli occhi per realizzare investimenti speculativi"

La critica del presidente CER “Sienaenergie”

Claudio Coli

22 Luglio 2025, 09:03

Alessandro Vigni

Alessandro Vigni, Cer Siena

Oggi con una pennellata di verde si vorrebbero coprire le idee più strampalate. Tanto per l'ex Idit di Isola d'Arbia quanto per l'ipotetico rilancio dell'aeroporto di Ampugnano si indica una priorità, quella di grandi impianti fotovoltaici, magari condita con una frasetta ammiccante tipo così aiutiamo le Comunità Energetiche. Ma le cose non stanno proprio così. Alessandro Vigni, Presidente CER “Sienaenergie”, boccia i recenti progetti che vedono coinvolto il fotovoltaico a Siena.

"Alle CER possono partecipare direttamente solo impianti della potenza massima di 999 kw, che richiedono una superficie di circa 5000 mq - prosegue Vigni - impianti più grossi si possono fare, se lo consentono le norme urbanistiche, ma si configurano come officine elettriche in senso stretto, ed alle CER possono solo fornire energia come produttore terzo, senza però beneficiare degli incentivi economici previsti invece per impianti al di sotto di 1 Mw. Siccome oggi produrre energia dal fotovoltaico costa circa un terzo in meno che produrla da fonti fossili, fare questi impianti può essere conveniente, ma la funzione sociale delle CER è tutta un'altra cosa. C'è poi una questione di principio: se vogliamo combattere l'effetto serra e i cambiamenti climatici non possiamo sottrarre all'uso agricolo terreni che producono ossigeno e assorbono CO2. Altrimenti è come bruciare le lenzuola per vendere la cenere" puntualizza.

"Inoltre - prosegue - ci sono dei passaggi amministrativi non trascurabili: ad esempio, secondo la Legge Galasso, per evitare i danni delle alluvioni, non si può costruire nulla a meno di 150 metri dalle aste dei fiumi. E l'ex Idit è a poco più di 200 metri tanto dall'Arbia quanto dal fiume Tressa. A meno che non si pensi a qualche deroga da parte della commissione paesaggistica, ma con i tempi che corrono e i disastri ambientali che sono sotto gli occhi di tutti, forse non sarebbe proprio il caso. Anche ad Ampugnano, per non compromettere la funzione naturale del terreno si dovrebbe ricorrere ad impianti agrivoltaici, cioè su strutture metalliche ad una altezza di quasi tre metri da terra. Ma ciò è compatibile con la funzione aeroportuale? Ed è economicamente sostenibile?" si chiede.

"L'impressione è che le idee di rilancio dell'aeroporto e la ristrutturazione dell'ex Idit siano fumo negli occhi per realizzare investimenti speculativi non diversi da quelli che stanno tentando i grossi operatori del settore energetico al fine di mantenere il controllo sulla filiera della produzione elettrica - è il pensiero di Vigni - La democrazia energetica a cui stanno lavorando le CER sulla base della Direttiva Comunitaria, è tutta un'altra cosa. Produrre e condividere l'energia su scala locale è l'obiettivo primario che si deve perseguire. E da Isola d'Arbia si potrebbe fornire energia da condividere solo alla parte sud del comune di Siena, mentre Ampugnano è addirittura in una cabina diversa, con la quale il comune di Siena non c'entra nulla. Quindi, per favore, facciamo attenzione a non confondere fischi per fiaschi".

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