Il fatto
Questa mattina (7 agosto 2025), al Policlinico di Palermo, è stata eseguita l’autopsia sul corpo di Simona Cinà, la giovane pallavolista ventenne morta in circostanze drammatiche durante una festa di laurea in una villa con piscina a Bagheria. Il primo responso dell’esame autoptico, condotto da quattro specialisti incaricati dalla Procura di Termini Imerese, ha confermato che la causa del decesso è stato l’annegamento, rilevando la presenza di liquido nei polmoni.
Nonostante questa prima certezza, restano molti interrogativi su cosa abbia provocato la perdita di conoscenza in acqua. Gli esperti non escludono che Simona possa aver avuto un improvviso malore, oppure che sia stata colpita da una reazione dovuta all’assunzione accidentale di alcol o sostanze stupefacenti. Per chiarire questi dubbi saranno fondamentali gli esiti degli esami tossicologici e istologici, attesi entro circa 45 giorni. Al momento, non sono emerse tracce di infarto né risultano patologie cardiache pregresse.
Prima dell’autopsia, il corpo della giovane era stato già sottoposto a Tac e radiografie, che però non hanno fornito elementi risolutivi. Anche per questo motivo i consulenti nominati dalla Procura hanno richiesto una risonanza magnetica. L’anatomopatologo Tommaso D’Anna si è occupato di accertare la presenza di acqua nei polmoni, mentre la famiglia Cinà ha nominato un proprio perito di parte per seguire da vicino l’intero iter degli accertamenti.
Le indagini, intanto, proseguono. Il 4 agosto, due giorni dopo la tragedia, i carabinieri hanno sequestrato numerosi oggetti presenti nella villa: il costume che Simona indossava al momento dell’incidente, i suoi vestiti, asciugamani, bicchieri e più di venti bottiglie di alcolici, tra cui gin, spritz e spumante. In un primo momento i familiari avevano escluso la presenza di alcol alla festa, ma la Procura ha poi smentito questa versione con una comunicazione ufficiale. Martedì, durante la deposizione dei parenti, è stato notificato loro il decreto di convalida del sequestro.
La morte di Simona continua a lasciare sgomenta la famiglia, che fatica ad accettare l’idea che una giovane atleta, in perfette condizioni fisiche e con alle spalle anni di sport a livello agonistico tra nuoto e pallavolo, possa essere annegata in una piscina di dimensioni ridotte. Ai carabinieri di Bagheria i genitori hanno ribadito che la ragazza si sottoponeva regolarmente ai controlli sanitari necessari per l’idoneità sportiva. La Procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, anche se l’ipotesi prevalente, al momento, resta quella di un tragico incidente privo di responsabilità dirette.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy