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Filorosso, ancora al centro il caso dell'omicidio Poggi
Sono passati quasi vent’anni da quella tragica mattina del 13 agosto 2007 a Garlasco, quando Chiara Poggi fu trovata uccisa nella villetta di via Pascoli, ma il mistero che avvolge il delitto non accenna a dissolversi. Anzi, nuove ipotesi sulle ferite che la vittima riportava riaprono adesso scenari inaspettati, e rimane il giallo dell'arma del delitto, mai trovata: potrebbe essere più di una? Ad alimentare la discussione sul tema ci ha pensato la criminologa Flaminia Bolzan, ospite a Filorosso, in onda lunedì sera, 4 agosto, su Rai3, che ha analizzato alcuni rilievi del medico legale Marco Ballardini.
Il perito aveva già osservato che, oltre al trauma cranico provocato da un corpo contundente, erano presenti lesioni da taglio. Forbici da sarto, martello a coda di rondine, portavaso in ferro battuto. La consulenza medico-legale descrive ferite multiple, di natura diversa e spesso incompatibili con un unico strumento. Alcune lesioni sono contusive, con colpi pesanti e vibrati ripetutamente da uno strumento con superficie di battuta stretta e probabilmente metallica; altre, invece, appaiono taglienti o da punta, come i tagli alle palpebre o le ferite alla mascella, che suggeriscono un'arma "a filo" o appuntita.

La criminologa Flaminia Bolzan a Filorosso su Rai3
"È difficile ipotizzare che quelle lesioni (i tagli sugli occhi, ndr) si siano prodotte con la parte fina del martello, mi sembra un mezzo ad azione tagliente più fine" ha detto la Bolzan, che ha sottolineato poi un'anomalia, ovvero un "foro di diametro molto piccolo che si trova più o meno all'altezza della tempia, vicino all'orecchio".
Una lesione, che sempre per la Bolzan, "mal si sposa con tutto il quadro di quello che abbiamo descritto, quindi diventa difficile immaginare la presenza di un terzo mezzo lesivo che possa averla prodotta". Ed ecco scattare dunque un'ipotesi che fino a oggi era solo sfiorata: l'omicidio potrebbe essere stato compiuto con due armi diverse.
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Non solo più armi del delitto ma forse anche più di un assassino in azione. Ne è sicuro Antonio De Rensis, legale di Alberto Stasi, anche lui ospite a Filorosso. "Sono convinto che sulla scena del crimine ci fossero più persone. Dobbiamo aspettare, credo arriveranno molti accertamenti che susciteranno confronti piuttosto vivi".
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