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Zona Bianca, il conduttore Giuseppe Brindisi
Persistono i dubbi sul caso del delitto di Garlasco e sull’effettiva colpevolezza di Alberto Stasi. Durante la puntata di ieri di Zona Bianca su Rete4, il programma condotto da Giuseppe Brindisi, il suo legale, l’avvocato Antonio De Rensis, ha messo in discussione uno dei punti cardine delle indagini originarie, ovvero l’orario dell’omicidio di Chiara Poggi.
De Rensis ha sorpreso tutti riportando il contenuto di un passaggio dell’atto di appello all’assoluzione, nello specifico quanto scritto dalla dottoressa Rosa Muscio, consulente medico legale dell’epoca. Come ha spiegato il legale, il perito ha stabilito che “la scienza medico-legale può fornire soltanto un’indicazione orientativa e non permette di escludere alcuna fascia oraria dalla mattina del 13 agosto 2007”. Tradotto in parole semplici, secondo la perizia di Muscio tutti i vari orari proposti, che ricadono nell’arco temporale della mattina del delitto, possono essere considerati plausibili. Di conseguenza, ha sostenuto De Rensis, Alberto Stasi avrebbe avuto tempo sia prima delle 9.35 sia dopo le 12.46 per commettere l’omicidio. “Viene indicata tutta la mattina - ha detto De Rensis - ma noi abbiamo fatto un processo sull’arco temporale 9,12-9,35”.
L'avvocato De Rensis a Zona Bianca
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Proprio quei famosi 23 minuti che, in primo grado, avevano rappresentato un elemento cruciale per la sentenza di condanna di Stasi, dunque, potrebbero non essere così certi come era stato inizialmente stabilito. Tuttavia, come ha osservato la giornalista Ilaria Cavo intervenuta nel dibattito, il quadro oggi appare mutato: “C’è un altro magistrato, un’altra pubblica accusa e una diversa impostazione che ha portato a una sentenza differente, in cui l’orario della morte viene collocato in modo più preciso”.
L'ex pm Simonetta Matone
Sulla posizione di Stasi si è espressa anche Simonetta Matone della Lega, la quale ha dichiarato: “Preferirei un colpevole in libertà che un innocente in carcere. La cosa che più mi inquieta è il lasso di tempo così ridotto perché in uno spazio di tempo così piccolo per riuscire a commettere un omicidio caratterizzato da animosità e un odio particolare nei confronti della vittima, come dice l’autopsia, cancellare le proprie tracce, camminare senza sporcarsi, tornare a casa, accendere il computer e lavorare alla tesi di laurea conferendo contenuti congrui, bisogna avere una personalità veramente criminale e assolutamente mostruosa”.
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