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Sanità

Ospedale le Scotte di Siena, la Cisl lancia l'allarme: "Esodo di massa di infermieri e Oss, 1200 dimissioni"

Il sindacato si rivolge alla direzione in rappresentanza del personale: "Serve un piano straordinario di assunzioni e la convocazione di un tavolo tecnico per l’emergenza"

Claudio Coli

05 Settembre 2025, 12:56

Scotte siena

L'ospedale Le Scotte di Siena

Ospedale le Scotte di Siena, la Cisl di Siena lancia l'allarme: "Esodo massiccio del personale infermieristico e OSS, serve un piano straordinario di assunzioni e la convocazione di un tavolo tecnico per l’emergenza personale" tuona la sigla sindacale.

Che dettaglia: "Un piano straordinario e immediato di assunzioni per coprire i posti vacanti e il turnover, che superi la lentezza e le pastoie burocratiche, la convocazione urgente di un tavolo tecnico dedicato esclusivamente all’emergenza personale, con la partecipazione della Direzione e delle rappresentanze sindacali, per rendicontare le azioni concrete intraprese e da intraprendere".

Cisl Siena e la Fp Cisl Siena hanno formalmente ufficializzato con una lettera all’Azienda ospedaliera Senese in rappresentanza del personale infermieristico e OSS tali proposte, portando all’attenzione della dirigenza, affermano "la gravissima situazione che sta paralizzando i reparti e i servizi, con ripercussioni dirette e pericolose sulla sicurezza delle cure e sul benessere del personale rimasto in servizio".

La Cisl parla di un’emergenza numerica: "Il personale sanitario, colonna vertebrale dell’azienda, sta abbandonando il servizio a un ritmo insostenibile. Alla data odierna, mancano oltre 100 unità tra infermieri e OSS solo per coprire i turni minimi indispensabili. Questo numero è destinato a crescere esponenzialmente nei prossimi mesi, considerando le dimissioni già presentate e in itinere".

E sarebbe in corso per il sindacato un esodo "senza precedenti", con 1200 domande di mobilità. "Il dato più allarmante, e che dimostra come questa non sia una crisi congiunturale ma un fallimento sistemico, è il numero di oltre 1200 domande di mobilità presentate dal personale nel corso degli ultimi anni. Queste non sono semplici statistiche, ma rappresentano altrettanti professionisti formati e con esperienza che la struttura non è stata in grado di trattenere. Un "brain drain" che equivale a svuotare interi reparti".

Secondo la Cisl, dietro le tante richieste di passo indietro, non c’è soltanto un disagio economico. "Le motivazioni di questa emorragia sono note e documentate - affermano - stress da sovraccarico lavorativo cronico e insostenibile, burnout e logoramento professionale non riconosciuto, mancanza di prospettive di crescita e di riconoscimento professionale. Condizioni lavorative che mettono a rischio la sicurezza del paziente e dell’operatore".

"È inammissibile che, di fronte a numeri di questa portata, la priorità assoluta non sia il reclutamento, la retention e l’ascolto del personale" concludono.

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