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Il caso

Omicidio strada del Villino, è iniziato il processo: Procura si oppone ai domiciliari concessi all'ex compagno

Primo appuntamento dal gup per formare il fascicolo del dibattimento, al via il 24 novembre in Corte di Assise: niente rito abbreviato, l'accusato rischia l'ergastolo

Claudio Coli

10 Settembre 2025, 08:02

Yulia

Ana Yuleisi Casanova

La Procura di Siena chiede che Fernando Porras Baloy, il colombiano accusato dell’omicidio della 32enne Ana Yuleisi Casanova, torni in carcere in attesa del processo a suo carico: il pm Niccolò Ludovici ha impugnato il decreto con cui il giudice a luglio, in attesa del giudizio, aveva accordato la scarcerazione del sudamericano che è stato posto contestualmente agli arresti domiciliari col braccialetto elettronico. Il riesame si terrà a Firenze in settimana.

Nel frattempo ieri c’è stata una prima udienza del procedimento per l’omicidio di strada del Villino. Secondo i nuovi dettami della legge Cartabia, si è tenuta un’udienza davanti al gup Andrea Grandinetti per la formazione del fascicolo del dibattimento e sulle intercettazioni telefoniche e ambientali da trascrivere, attività affidata a un perito. Nessuna novità di rilievo e appuntamento al 24 novembre quando il processo partirà ufficialmente col giudizio immediato davanti alla Corte di Assise, composta anche dai giudici popolari.

Gli avvocati di Porras Baloy, Leandro Parodi e Alessandro Betti

Niente riti alternativi per il 27enne sotto accusa: la richiesta dei suoi legali – gli avvocati Alessandro Betti e Leandro Parodi – per un abbreviato è stata rigettata. Il colombiano è accusato di omicidio volontario aggravato dalla relazione affettiva e nei confronti della convivente, oltre che dei maltrattamenti, e può rischiare l’ergastolo: come si ricorderà, nell’agosto 2024 i due erano in camera da letto quando il fucile dell’uomo ha fatto fuoco centrando alla testa la ragazza. Il sudamericano ha sempre assicurato l’accidentalità del fatto ma l’inchiesta, tramite numerosi accertamenti tecnici e genetici, avrebbe fatto emergere la volontarietà dell’uccisione.

Da sinistra gli avvocati Irena Bartalucci, Vincenzo Di Benedetto, Francesca Martini e Michele Bellandi, per la famiglia e la figlia di Yulia

Fra le parti, oltre ai legali della famiglia di Yuleisi – gli avvocati Michele Bellandi e Vincenzo Di Benedetto – ci sono anche le avvocatesse Irene Bartalucci, tutore della figlia piccola della vittima, che ha nominato come sua legale la collega Francesca Martini.

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