Giudiziaria
Yulia, la cuoca colombiana vittima di un omicidio a Siena
“Deve tornare in carcere”. La Procura di Siena ha chiesto, ieri in udienza a Firenze, che Fernando Porras Baloy, il 27enne colombiano accusato di aver ucciso la fidanzata Ana Yuleisi Manyoma con una fucilata alla testa, torni in misura cautelare, ristretto a Santo Spirito, in attesa dell’esito del processo a suo carico.
Il sudamericano, a inizio luglio, era uscito dal carcere venendo posto agli arresti domiciliari, con il braccialetto elettronico, una decisione del giudice contestata sia dalla difesa della famiglia di Yulia, la vittima, che dalla Procura di Siena, che ha impugnato la disposizione del Tribunale. Il giudice non aveva rilevato la sussistenza del pericolo di fuga o di inquinamento delle prove, e così aveva accordato ai legali del giovane la possibilità di farlo tornare ai domiciliari, prima del procedimento: nel merito se ne è parlato ieri a Firenze, al Tribunale del Riesame, con il Procuratore della Repubblica Andrea Boni, che ha chiesto l’accoglimento dell’Appello presentato, quindi la revoca del provvedimento che ha modificato la misura cautelare, mentre i difensori di Balloy – gli avvocati Alessandro Betti e Leandro Parodi - hanno insistito sul non accoglimento.
Il giudice si è riservato la decisione: il sudamericano sarà giudicato col giudizio immediato in Corte di Assise a partire dal 24 novembre, accusato di omicidio volontario aggravato.
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