L'intervista
Cristiano Leone, presidente della Fondazione Santa Maria della Scala
Le buone intenzioni non sono mai mancate. Però non andavano di pari passo con le risorse, insufficienti per fare del Santa Maria della Scala un luogo di richiamo nazionale e internazionale. L’occasione di non essere più una grande incompiuta adesso si profila all’orizzonte, grazie alle risorse in arrivo dal ministero. Oltre un milione di euro, che come spiega il presidente della Fondazione, Cristiano Leone, non sono destinati a “progetti effimeri. Sono degli elementi che ci consentono di poter valorizzare il complesso museale. Quindi non soltanto una grande mostra evento, ma degli elementi che come dire costituiscono l'elemento identitario del Santa Maria”.
Da Siena perciò sono partite delle “sollecitazioni” verso il dicastero guidato da Alessandro Giuli, nella speranza che le idee di Leone e della direttrice Chiara Valdambrini facciano il pari con quelle dell’istituzione di via del Collegio romano. La strategia della Fondazione si muove su due livelli.
La prima opportunità si presenterà alla fine di ottobre, quando si aprirà la mostra dedicata al Vecchietta. “Io sono sempre per un criterio di sostenibilità nell'arte - racconta Leone -. Quindi mi sono detto, perché non rivalorizziamo il piano monumentale, che è il piano nel quale tra l'altro si trovano i capolavori del Vecchietta”.
Idea che è connessa a un progetto più grande. “Questo programma di riallestimento non è sconnesso dal master plan generale, che presenteremo nel 2026 - osserva il presidente -, ma è la prima manifestazione di ciò che accadrà al Santa Maria, quindi rimusealizzazione degli spazi esistenti e poi vedremo con il master plan come invece ci sarà la rifunzionalizzazione di tutti gli altri spazi”.
In sostanza, aggiunge Leone “noi abbiamo chiesto un intervento al ministero su questo progetto, proprio perché non è un progetto di mostra, è un progetto di ripensamento degli spazi in occasione della valorizzazione del grande artista del Quattrocento Senese, che si è legato a vita al Santa Maria”.
Una valorizzazione che comporterà anche una pannellistica esterna e una interna. “E’ un sistema che consente adesso di vivere meglio il museo”, spiega Leone, che poi presenta anche il secondo impegno che attende il via libera del ministero: “L'altro progetto è il completamento della strada interna, che era stato già avviato da anni. Non avevamo i fondi per portare avanti i lavori che consentissero la riapertura totale del passaggio. Anche in questo caso ci sarà una rimusealizzazione, perché attraverso quello sbocco si accederà direttamente al Museo Nazionale archeologico e al Museo della città, che dei due sarà quello maggiormente influenzato dal masterplan”.
Strategia che andrà nel lungo periodo, perché fornirà “tre colonne vertebrali al Santa Maria: una per la parte museale, una per la parte polivalente, quindi riguardo tutte le attività che il Comune potrà realizzare per i cittadini senesi, e poi ci sarà tutta la parte legata all'accoglienza e all'ospitalità”.
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