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La cerimonia

Laurea ad honorem per la scrittrice Suad Amiry: la voce di Gaza risuona all’Università per Stranieri di Siena

“Dal 1948 subiamo il martirio di Israele”. Montanari si presenta con la kefiah: “Il nostro compito è non lasciare il monopolio della verità a chi ha il monopolio della forza”

Vincenzo Battaglia

07 Ottobre 2025, 05:17

Unistrasi Suad Amiry

Laurea ad honorem alla scrittrice Suad Amiry

“La storia non comincia il 7 ottobre 2023, ma nel 1967, nel 1948 e in realtà nell’Ottocento”. È il commento del rettore dell’Università per Stranieri di Siena Tomaso Montanari durante il conferimento della laurea honoris causa alla scrittrice palestinese Suad Amiry, una cerimonia organizzata ieri, alla vigilia del secondo anniversario dell’attacco di Hamas, che ha scatenato la violenta reazione israeliana.

Sedute accanto al rettore, che per l’occasione ha indossato una kefiah, e alla scrittrice, c’erano le autorità della città, dal sindaco Nicoletta Fabio alla presidente della provincia Agnese Carletti, fino al prefetto Valerio Massimo Romeo.
“Siamo onorati di avere con noi la professoressa – ha affermato Montanari –, è una scrittrice molto amata. Ma è anche un architetto, cura un progetto per la conservazione del patrimonio culturale palestinese. Un patrimonio che viene cancellato da un progetto genocida, distruggendo il nesso tra il popolo e la sua terra. Hannah Arendt diceva che il genocidio è proprio arrogarsi il diritto di decidere con chi abitare la terra, eliminando quelli che non si vogliono. Il compito dell’Università è quello di non lasciare il monopolio della verità a chi ha il monopolio della forza”.

Per Montanari quello che è successo la scorsa settimana, con milioni di italiani che sono scesi in piazza in solidarietà alla Flottilla e ai palestinesi, è stato straordinario. “Crediamo che parlare per Gaza e fermare il genocidio sia fondamentale per la nostra umanità – ha detto lo storico dell’arte –. Nessuno dei valori occidentali è credibile se non parliamo ai nostri governi, perché sono coautori del genocidio, vendendo armi a Israele. Nella storia della Repubblica l’Italia non si era mai macchiata di un crimine così grave. Molti italiani hanno detto che tutto ciò non viene fatto nel loro nome. Il piano di pace? I palestinesi non sono stati consultati. Chi è libero di decidere con una pistola alla testa?”.

Per Suad Amiry questa laurea honoris causa è una sorta di regalo. “Ho sempre avuto una relazione molto stretta all’Italia – ha affermato la scrittrice –. Voi forse sapete quello che è successo negli ultimi due anni in Palestina, ma noi è dal 1948 che subiamo queste cose da Israele. Quindi ringrazio per questa laurea e la dedico alla gente di Gaza. Davanti alla guerra sia l’Europa che gli Stati Uniti hanno un doppio standard. Ci sono trenta ostaggi in mano di Hamas, ma Israele ha duemila ostaggi palestinesi e nessuno ne parla. Dobbiamo rimanere umani”.

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