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Il fenomeno

Caporalato nelle campagne senesi, Biagianti (Flai Cgil): "Sistema diffuso e paghe troppo basse"

Sfruttamento nei campi, giornata di approfondimento a Suvignano

Caterina Iannaci

19 Novembre 2025, 09:05

Suvignano caporalato

Suvignano, focus sul caporalato

La Flai Cgil Toscana e Grosseto e la Flai Cgil Siena e Grosseto, ha organizzato a Suvignano, nel territorio comunale di Monteroni d’Arbia, un importante convegno sulle Azioni concrete contro lo sfruttamento in agricoltura, riunendo sindacati, istituzioni regionali, senatori, deputati, le province di Siena e Grosseto e amministratori locali per affrontare il fenomeno del caporalato e dello sfruttamento lavorativo nei campi toscani. L’evento, coordinato dalla giornalista Simona Sassetti, ha rappresentato un momento cruciale di confronto e di proposta dopo l’attività delle Brigate del Lavoro della Flai Cgil condotta nelle province di Siena e Grosseto, dove sono stati documentati numeri allarmanti di lavoratori in condizioni di sfruttamento.

Tra gli interventi di apertura da parte della Cgil quello di Alice d’Ercole, segretaria generale Cgil Siena, che ha sottolineato il ruolo della Flai nel togliere il caporalato dall’invisibilità, “in particolar modo in un territorio raccontato da olio e vino di alta qualità. Non possono esserci prodotti di qualità se dietro ci sono braccia sfruttate”.

Andrea Biagianti, segretario Flai Cgil Siena, ha illustrato il dato più eloquente: in soli tre giorni di campagna informativa e di incontri, le Brigate hanno incontrato più di 600 lavoratori, soprattutto nelle iniziative portate avanti all’alba, alla partenza della manovalanza verso i campi. “Si tratta di un numero che non lascia spazio a interpretazioni: parliamo di sfruttamento diffuso e capillare – dice Biagianti. – La ricerca ha rivelato un sistema complesso e strutturato di precarietà. Centinaia di lavoratori vengono assunti contemporaneamente dalle cosiddette aziende senza terra, che non hanno alcun ruolo se non reclutare addetti alle coltivazioni. Spesso forniscono loro paghe che non rispettano i contratti provinciali, con scale gerarchiche dove basta saper guidare un furgone o sapere qualche parola in italiano per guadagnare di più. Gli stipendi vengono accreditati tramite carte prepagate gestite da ‘responsabili’ scelti dai caporali, rendendo impossibile ogni tracciamento”.



Ma, dicono dal sindacato, il problema è ancora più profondo: “Parliamo di sfruttamento ‘legalizzato’, dove la busta paga in effetti esiste, ma non certifica che il lavoratore lavora 12 ore rispetto alle sole 4 registrate. La maggior parte opera in ‘grigio’ con buste paga irregolari”. “In provincia di Siena, la stragrande maggioranza dei lavoratori viene arruolata dai caporali davanti ai Cas (Centri di accoglienza straordinaria), che ospitano oltre mille persone nella provincia – ricorda ancora il segretario generale della Flai Cgil di Siena, Andrea Biagianti – con una concentrazione massiccia nella Valdichiana”.

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