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Il caso

Cassiere Pam licenziato dopo test del carrello, Cgil pronta anche alla battaglia legale

La vicenda ha assunto contorni nazionali. Ribadita la richiesta di reintegro: “La dignità viene prima di tutto”

Vincenzo Battaglia

20 Novembre 2025, 05:28

Cassiere Pam licenziato

Cassiere Pam licenziato, il caso è nazionale

Cgil si prepara alla battaglia per il caso di Fabio Giomi, il cassiere licenziato alla Pam con il test del carrello. Oggi alle 11.30 i sindacati incontreranno i rappresentanti della catena di supermercati e chiederanno il reintegro del lavoratore. Qualora ciò non dovesse avvenire sono pronti a ogni tipo di azione, dalla mobilitazione degli altri dipendenti fino a quelle legali.

“Non è la prima volta che Pam – afferma Mariano Di Gioia, segretario generale della Filcams Cgil di Siena - fa una serie di operazioni non corrette. Con il test del carrello viene attaccato lo Statuto dei lavoratori. È un metodo che serve per monitorare i lavoratori all’interno di un punto vendita, se dovesse passare questo tipo di meccanismo, che è contro la legge, verrebbe meno la democrazia nei luoghi di lavoro, che per noi è una cosa sacra. Quando vengono meno i cardini della democrazia, la Cgil non guarda quanti sono i lavoratori coinvolti”.

La Cgil fa sapere che Giomi ha impugnato il licenziamento: “Ma anche se il giudice gli darà che ha torto - afferma Fabozzi di Filcams Cgil -, andremo avanti perché le leggi possono essere anche sbagliate e la dignità viene prima di tutto. Oltre all’imbarbarimento c’è un rovesciamento dei rapporti di forza: lo Statuto creava condizioni paritarie tra lavoratori e azienda, ma l’equilibrio sta saltando. Questa è stata una ispezione unilaterale, che diventa pesante per tutti i cassieri, che si alzano la mattina e non sanno se toccherà a loro. È un metodo di controllo a distanza per togliersi dalle scatole i più scomodi. Non siamo per il boicottaggio della Pam, ma i consumatori possono capire da soli quali sono le scelte più etiche”.

La questione sta molto a cuore alla Cgil. “Non ci arrendiamo – prosegue Di Gioia – organizzeremo presidi, penseremo a entrare nei negozi. Valuteremo di scrivere al prefetto, perché questa è una questione che non coinvolge solo Fabio Giomi, i lavoratori sono preoccupati che possa succedere anche a loro, c’è tensione sociale. Se non ci sarà ritiro del licenziamento la questione andrà al nostro ufficio legale e ci sono tutte le condizioni per passare al giudiziario. Giomi era stato assunto nel 2015, questo significa che la Pam prova a colpire lavoratori più stabili e meno precari perché costano di più. Il cassiere non è una guardia e non è un soggetto antitaccheggio, questo può creare un precedente e noi vogliamo evitarlo”.

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