Mps, venerdì il caso Lovaglio arriva all’attenzione del cda

L’indagine che coinvolge l’ad Luigi Lovaglio, arriverà venerdì sul tavolo del cda di Mps. Secondo fonti finanziarie è possibile che il top manager riferisca ai consiglieri la sua posizione dopo le intercettazioni telefoniche che lo riguardano inserite nel decreto di perquisizione personale e locale e contestuale sequestro che lo hanno riguardato assieme a Francesco Gaetano Caltagirone e a Francesco Milleri. Per Rocca Salimbeni avrebbe già arruolato un team di legali esterni per coordinare i lavori e interagire con la procura in maniera costruttiva.

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Nel frattempo emergono nuovi dettagli sull’azione avviata dalla procura di Milano. Le intercettazioni sarebbero state attivate tre giorni prima dell’assemblea di Mps, convocata il 17 aprile scorso. Un secondo decreto di intercettazioni è stato richiesto e disposto il 13 giugno, cioè tre giorni prima dell’assemblea degli azionisti di Mediobanca (poi slittata a settembre su decisione del cda) convocata per approvare l’offerta pubblica volontaria di scambio su Banca Generali. La proroga delle intercettazioni di giugno segue anche le prime indiscrezioni a mezzo stampa che avevano parlato di un fascicolo aperto a Milano sulla base di un esposto giunto da Mediobanca per diffamazione nei confronti di alcuni articoli ritenuti lesivi pubblicati nello scorso gennaio. A proposito dell’indagine, le opposizioni hanno chiesto un’informativa urgente da parte del ministro Giancarlo Giorgetti.

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Lontano dalle aule di tribunale, Mps incassa intanto il via libera all’esame Srep da parte della Bce sulla solidità della banca dopo l’operazione Mediobanca. I requisiti patrimoniali sono stati soddisfatti. Sulla base dei risultati al 30 settembre, l’istituto senese rispetta i nuovi parametri, con coefficienti patrimoniali a livello consolidato pari a: – 16,9% fully loaded, per il Common Equity Tier 1 ratio, rispetto a un requisito del 9,01%; – 19,3% fully loaded, per il Total Capital ratio, rispetto al requisito del 13,47%.

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