Il caso
Carolina Orlandi continua a battersi perchè il caso Rossi venga riaperto
“Finalmente è stata messa sulla vicenda, in modo categorico, la parola omicidio: adesso vogliamo trovare i responsabili”.
C’è amarezza e dolore, ma anche rinnovata forza, nello stato d'animo di Carolina Orlandi, la figlia adottiva di David Rossi, che commenta le importanti novità emerse dalla Commissione d’inchiesta parlamentare sul controverso decesso dell’ex manager di Mps, avvenuto nel 2013. La perizia del tenente colonnello Adolfo Gregori del Ris di Roma e del medico legale Robbi Manghi ha stabilito come Rossi sia stato appeso per i polsi fuori dalla finestra dell’ufficio di Rocca Salimbeni, alla fine di un lavoro minuzioso fatto di prove tecniche ed approfondimenti sul video della caduta, che hanno portato al riscontro dell’ombra del cinturino dell’orologio in volo separato e la riconsiderazione di una lesione mai attenzionata prima, ovvero la frattura del capitello radiale del gomito sinistro, a causa della forza esercitata sul polso durante la sospensione del corpo nel vuoto o appena prima per contatto da lotta.
Da anni sia la Orlandi che l’ex compagna di Rossi, Antonella Tognazzi, affermano con decisione che quella tragica sera sia avvenuto un omicidio, e non un gesto volontario. “Siamo rincuorate da questa conferma scientifica – afferma ancora Orlandi – che non arriva da noi, dai legali o dai giornalisti, ma dal lavoro della Commissione. Finalmente viene usata la parola giusta: omicidio”. Quanto emerge potrebbe portare alla riapertura del fascicolo da parte dei magistrati, dopo le due discusse archiviazioni disposte dall’autorità giudiziaria di Siena per presunto suicidio. “Chiederemo di riaprire l’indagine – afferma ancora Carolina Orlandi, difesa, insieme alla Tognazzi, dall’avvocato Carmelo Miceli – ma non lo faremo a Siena, lì ci sono a nostro avviso troppi conflitti di interesse”. Lo stesso Miceli aveva preannunciato la volontà di fare tale istanza “alla luce delle importanti novità - ha dichiarato - quanto sosteniamo da anni, cioè che David sia stato picchiato, trattenuto fuori dalla finestra e poi lanciato, finalmente sta trovando conferma, e questo è benzina pura per la nostra battaglia per la verità”.
La svolta arriva a 12 anni dalla morte che ha sconvolto per sempre la città. “Arriva Natale – continua la Orlandi – e senza il nostro David è sempre un periodo triste e doloroso, nessuno ce lo ridarà indietro, ma in parte abbiamo adesso il cuore più leggero, possiamo dimostrare che le nostre ragioni erano fondate, fin dove ci è possibile”. In ogni caso il lavoro della Commissione proseguirà, ed accertato che fu un omicidio, si dovrà identificare ora chi lo ha commesso e per quale motivo. “Per noi – conclude la Orlandi – era importante che venisse messa sopra la vicenda, in maniera categorica, la parola omicidio. E’ un primo enorme passo ma adesso confidiamo che la Commissione scopra altro. Vogliamo i responsabili”.
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