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L'iniziativa

Beko, la vertenza in un calendario: 12 mesi di lotta negli scatti di Carlo Neri. “E’ il racconto di una ferita”

Il ricavato sarà devoluto al presidio dei lavoratori

Aldo Tani

23 Dicembre 2025, 08:20

Beko calendario

Beko, i 12 mesi di lotta in un calendario

Più che immagini sono storie di vita vera. Fatte di cadute e risalite, ma sempre andando avanti a testa alta e lottando per qualcosa di più grande di un posto di lavoro. Carlo Neri, dipendente Beko e fotografo per diletto, le ha racchiuse nel calendario solidale realizzato dagli operai e portato in visione sia al sindaco Nicoletta Fabio che al cardinale Augusto Paolo Lojudice.

È il racconto di una ferita”, sottolinea l’autore degli scatti, che ha ripercorso mese dopo mese la narrazione della vertenza. Entrata nel vivo con l’annuncio dell’addio a Siena del gruppo turco e proseguita con forza su palcoscenici locali e nazionali, fino ad arrivare in Vaticano, da Papa Francesco. L'idea è partita dalla Rsu ed è stata condivisa da tutte le sigle sindacali. Stampato in 250 copie senza fini commerciali, il calendario sostiene il presidio operaio, essenziale per mantenere viva la presenza dei lavoratori e dare voce a una vicenda che ancora lontana dalla conclusione, considerato che l’ultimo tratto di strada da percorrere, quello della reindustrializzazione, è il più insidioso.

“È giusto che venga consegnato alle istituzioni e alla stampa che ci sono state vicine - osserva Giuseppe Cesarano della Fim Cisl -. Il passato ci ha reso protagonisti, ma io sarò soddisfatto solo quando arriverà un nuovo soggetto industriale capace di dare continuità a quanto prodotto fino all’anno scorso”.

Convinzione rilanciata anche da Massimo Martini della Uilm: “Siamo a più di un anno dall’inizio della vertenza e questi giorni, lo scorso Natale, erano cruciali (la città fu teatro di vari cortei nel corso delle festività natalizie, ndr). Nei dodici mesi ci sono le immagini più significative delle manifestazioni e dei passaggi fondamentali di questo percorso fatto insieme alla comunità cittadina”. Dietro questa iniziativa, come spiega il sindacalista, c’è la volontà di non far calare l’attenzione sulla sorte dei lavoratori: “Il presidio ha un costo ma è indispensabile. È il luogo dove ci ritroviamo, dove costruiamo iniziative e dove continuiamo a far sentire la nostra presenza”.

Pensiero che ricalca quello espresso da Daniela Miniero della Fiom Cgil: “Questo calendario è la testimonianza di un anno di militanza sindacale e di dignità dei lavoratori. Siamo solo a metà del percorso. Serve a dare sostenibilità al presidio, ma soprattutto a non dimenticare quello che è stato fatto dai lavoratori che non si sono mai arresi”. In lotta ne restano 154. Un anno fa erano quasi il doppio. Però, in viale Toselli c’è ancora vita.

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