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Economia

Banca Mps lavora al dopo Nagel per Mediobanca: ecco i candidati, c'è anche un ex ad dell'istituto senese

Se l'adesione all'ops supererà il 35% pronte le dimissioni anticipate del ceo e del presidente Renato Pagliaro, scatta il totonome

Caterina Iannaci

24 Agosto 2025, 17:36

Rocca Salimbeni Mps

Banca Mps prepara la successione del ceo di Mediobanca

Il futuro di Mediobanca è ormai scritto nella nuova stagione che si prepara dopo la fine dell’era Alberto Nagel. La bocciatura dell’Ops su Banca Generali ha segnato un deciso cambio di passo, con il Monte dei Paschi di Siena che si avvia a diventare il nuovo azionista di maggioranza di Piazzetta Cuccia, dando così il via a un vero e proprio ribaltone ai vertici della storica merchant bank milanese.

L’Ops di Mps scade l’8 settembre e Luigi Lovaglio, amministratore delegato di Mps, ha fissato una soglia minima di adesione al 35%, ma non esclude di puntare a superare la maggioranza assoluta del 50%. Se questo dovesse accadere, sarà praticamente immediato il cambio al vertice con le dimissioni anticipate di Nagel e del presidente Renato Pagliaro, e la convocazione dell’assemblea per il rinnovo dell’intero consiglio di amministrazione entro ottobre.

Dietro le quinte è già partita una vera e propria girandola di nomi per il ruolo di nuovo CEO di Mediobanca. Il profilo ricercato dovrà essere quello di un manager capace di consolidare la struttura interna, guidare con mano ferma l’integrazione con Mps e realizzare la creazione di un terzo polo bancario italiano, fortemente voluto dal governo, che veda unito il meglio della corporate finance e del retail banking.

Il successo del nuovo leader non dipenderà solo da un’efficace gestione finanziaria ma anche da doti di mediazione e capacità di dialogo con soci di peso come il gruppo Caltagirone e Delfin (holding famiglia Del Vecchio), che negli ultimi anni hanno aumentato la loro influenza spingendo per un’espansione internazionale della banca.

Tra i nomi più citati da stampa specializzata e addetti ai lavori per la guida di Mediobanca si fanno largo Mauro Micillo (Intesa Sanpaolo), Marco Morelli (Axa IM, ex AD di Mps), Flavio Valeri (Lazard Italia), Victor Massiah (ex AD di Ubi Banca), Fabrizio Palermo (ex AD di Cdp e Acea) e Luciano Cirinà (Generali).

Per la presidenza, il nome di Vittorio Grilli, ex ministro dell’Economia e presidente di JP Morgan Italia, è tornato prepotentemente in gioco dopo essere stato precedentemente escluso per motivi di governance. Altri candidati per la presidenza includono Luigi De Vecchi, già chairman per l’Europa in Citi.

La futura governance dovrà inoltre fare i conti con equilibri molto nuovi, segnati dalla presenza sempre più rilevante di Mps e dai rapporti con altri azionisti istituzionali e industriali, ma anche dagli attesi effetti a cascata che il nuovo corso avrà su Generali e sulle alleanze strategiche del gruppo assicurativo.

Nel frattempo, Alberto Nagel resta al suo posto, ma con il conto alla rovescia già attivato per un passaggio di testimone che segnerà una svolta epocale per Mediobanca, dopo quasi due decenni di guida sotto la sua amministrazione. 

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