Economia
L'ad di Mps Lovaglio
Giorni di stagnazione, con rialzi da zero virgola, e poi il grande balzo in avanti. Le adesioni all’offerta pubblica di scambio avanzata da Mps nei confronti di Mediobanca, sono arrivate al 13,5%. Uno strappo in grado già di prospettare un lieto fine per l’operazione. La finestra per aderire si chiuderà l’8 settembre e all’istituto senese è sufficiente il 35% per controllare la banca d’investimento, anche se è opportuno il 51% per godere dei benefici fiscali.
Considerato che ne' Delfin ne' il gruppo Caltagirone, titolari rispettivamente di circa il 20% e il 10%, hanno consegnato le proprie azioni, può dunque dirsi che il traguardo minimo previsto dai manager montepaschini sia a portata di mano.
Al riguardo, tuttavia, va anche ricordato che il presidente della holding dei Del Vecchio, Francesco Milleri, aveva rilevato come l’ops fosse interessante ma sarebbe diventata più appetibile, per gli investitori, con un eventuale adeguamento di prezzo ai corsi di Borsa, dove ormai da tempo viaggia a sconto tra il 2% e il 3%.
Mps aveva indicato a inizio luglio come una partecipazione compresa tra il 35% e il 50% del capitale di Mediobanca sia “idonea a consentire all'offerente di ottenere il controllo di fatto dell'emittente, esercitando un'influenza dominante nell'assemblea ordinaria e incidendo sul generale indirizzo della gestione”.
In ogni caso, il numero uno del Monte, Luigi Lovaglio, si è sempre detto fiducioso sul raggiungimento del 66,6% del capitale, la soglia indicata inizialmente. Il balzo delle adesioni all'ops di Montepaschi arriva a pochi giorni dall'assemblea, fissata per il 21 agosto. Quel giorno Mediobanca chiederà ai propri soci, essendo sotto passivity rule, il via libera all’operazione Banca Generali.
Secondo le anticipazioni circolate in questi giorni, dovrebbero essere presenti tra il 75% e l’80%% degli azionisti. Sembra però che il fronte del no potrebbe raggiungere almeno il 40%. Quindi ottenere il semaforo verde dell’assise non appare semplice. Gli stessi timori che avevano convinto i vertici di piazzetta Cuccia a spostare l’assemblea da fine giugno a settembre. Per poi cambiare di nuovo, provando ad accelerare i tempi, anticipandola.
Sul piazza della bilancia, il ceo Alberto Nagel ha messo la quota detenuta da Mediobanca di Generali, che con il 13% è l’azionista di maggioranza. Cessione che secondo alcuni analisti avrebbe fatto perdere d’interesse all’operazione avviata da Mps, dando per scontato che sia Caltagirone che Delfin fossero interessati a dire la loro sull’istituto del Leone.
Invece, i due gruppi sembrerebbero intenzionati a giocare la partita senese fino in fondo, per poi mettersi alla testa, in qualità di azionista da prima fila, di una realtà da oltre 20 miliardi di capitalizzazione.
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