Sabato 06 Settembre 2025

QUOTIDIANO DI INFORMAZIONE INDIPENDENTE

DIRETTORE
SERGIO CASAGRANDE

×
NEWSLETTER Iscriviti ora

Economia

La rivincita del Monte dei Paschi di Siena: dalla svendita sfumata a Unicredit alla conquista del tempio della finanza

Le adesioni all’offerta su Mediobanca sfiorano il 46%. Lunedì la chiusura dell’operazione

Aldo Tani

06 Settembre 2025, 08:27

Mps

Banca Mps

Una storia difficile da credere anche se uno non conoscesse le pagine scritte alle spalle. Mps che mette le mani sul tempio della finanza, Mediobanca. Roccaforte considerata inespugnabile che finisce alla corte di una realtà considerata spacciata solo quattro anni fa. Quando lo Stato la offriva a prezzi di saldo a Unicredit prima che da piazza Gae Aulenti alzassero troppo le richieste. Quel fardello pesante che sembrava l’ennesima rimessa per le casse pubbliche e invece si è rivelata una preziosa fonte di monetizzazione, con il Tesoro capace di far fruttare l’investimento fatto tre anni nell’aumento di capitale.

Se il Monte veleggia oggi verso il terzo polo bancario italiano, con un capitalizzazione prevista superiore ai 20 miliardi, lo deve a chi - l’ad Luigi Lovaglio in testa - non si è arreso alla sfiducia generale che circondava una nobile decaduta. Passata dai fasti alla polvere nel giro di un batter d’occhio, ma capace, anni dopo, di portare dalla propria parte il gotha della finanza e dell’imprenditoria nazionale. Da Caltagirone al gruppo Del Vecchio, i primi a credere nel disegno del management senese, da Benetton, con Edizione, alla famiglia Doris.

Loro e chi ha scelto di aderire all’Opas (la denominazione assunta dopo il rilancio in moneta di qualche giorno fa) hanno dato in dote a Rocca Salimbeni il 45,8% delle azioni di Mediobanca. Lunedì l’operazione si chiuderà, anche se non è escluso una secondo round dopo una settimana di stop. L’obiettivo minimo del 35% è stato raggiunto. Quello dichiarato in un primo momento (il 66,7%) probabilmente per ora resterà un sogno. Davanti però si para il vero traguardo da tagliare: oltrepassare la soglia del 50% per ottenere la piena operatività sulla banca d’investimento, nonché i benefici fiscali che conseguono dal raggiungimento di questo risultato.

Gli ultimi consensi da strappare sono quelli dei fondi privati che non si sono espressi. Piccole quote ma che messe insieme darebbero la piena vittoria. A scapito di chi fino a due giorni ha provato a ostacolare in ogni modo il percorso di Montepaschi. L’ad Alberto Nagel non ha mai lesinato stoccate sul progetto senese, uscendo talvolta anche dai canoni di bon ton che impone un ambiente come quello finanziario. Non solo ha messo sul piatto della bilancia il gioiello della corona - il pacchetto di maggioranza di Generali - pur di mantenersi alla testa di piazzetta Cuccia. E’ stato rimandato a casa con perdite, non riuscendo a convincere gli azionisti a prendersi in cambio Banca Generali.

Superato questo ostacolo, al Monte, con una solidità patrimoniale tra le più alte d’Europa, non resta che decidere come proseguire la propria storia. Di nuovo vincente in ogni caso.

Newsletter Iscriviti ora
Riceverai gratuitamente via email le nostre ultime notizie per rimanere sempre aggiornato

*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy

Aggiorna le preferenze sui cookie