Economia
Banca Mps
È arrivato il tempo di allori e tributi per chi non ha mai tolto il piede dall’acceleratore. Anche quando la macchina montepaschina sembrava tenere poco la strada e ogni curva poteva dare luogo a possibili sbandate. Epoche che oggi appaiono lontane, ma in realtà non lo sono, come raccontano i patimenti per ottenere il sostegno per portare in fondo l’aumento di capitale tra l’estate e l’autunno 2022. La pietra angolare sulla quale adesso poggio l’assalto riuscito a Mediobanca. Azzardo, almeno così era stato bollato all’inizio, che il pragmatismo di Luigi Lovaglio ha reso giorno dopo giorno un traguardo alla portata di mano. In realtà, se vogliamo essere pignoli, manca l’ultimo metro. Ovvero sfruttare i pochi giorni di riapertura dell’Opas, tra il 16 e il 22 settembre, per tagliare il traguardo del 66,7% delle adesioni. Con il 62,3% in tasca sembra quasi un’inezia rispetto a quanto fatto ora. Arrivare a quella soglia permettere a Mps di avere una sinergia completa con piazzetta Cuccia, con vantaggi di non poco nel medio-lungo periodo.
Poco meno di due settimane e sarà tutto più chiaro. Al momento i vertici di Rocca Salimbeni si possono “accontentare” di quanto ha restituito la giornata in Borsa, nel day-after della conquista di Mediobanca. Il titolo è schizzato di 46 centesimi, registrando un +6,26%. Molto bene anche la banca d’investimenti, che ha guadagnato il +5,90%. La capitalizzazione complessiva a Piazza Affari è di oltre 26 miliardi. Sarà anche per questo che gli elogi si sprecano, come testimonia il plauso della Fondazione Mps, che a dire il vero, non ha mai mancato di enfatizzare l’operato di Lovaglio.
“Accogliamo con grande favore la notizia del superamento della soglia decisiva del 50%”, fanno sapere dall’ente di Palazzo Sansedoni. “I meriti del successo di questa storica operazione - proseguono dalla Fondazione - sono ascrivibili al grande lavoro svolto dal Cda e dall’amministratore delegato, insieme a tutte le dipendenti e tutti i dipendenti, nella totale fiducia che il progetto di integrazione tra le due realtà bancarie porterà grandi benefici a tutto il Paese, oltre che al territorio senese”.
Quest’ultimo aspetto lo ha sottolineato anche la presidente provinciale Agnese Carletti: “Confido che questa importante operazione possa tradursi in una nuova opportunità di sviluppo condiviso, dove l’interesse economico e bancario si coniughi al meglio con la tutela di quello che è e deve rimanere un patrimonio con riferimenti locali. È essenziale mantenere i legami profondi con la comunità locale, preservando e valorizzandone il radicamento territoriale, in termini occupazionali e di presenza sul territorio”.
All’indomani della scalata si è alzata anche la voce dei sindacati bancari, che a titolo unitario, hanno rimarcato “la necessità di un confronto costante e trasparente con il management, che consenta di affrontare fin da subito le tematiche che riguardano i lavoratori, garantendo tutele adeguate e soluzioni condivise. La nostra posizione è chiara: ogni scelta strategica deve essere accompagnata da un percorso di partecipazione che metta al centro le persone, valorizzi le professionalità e assicuri la tenuta occupazionale e territoriale”. Nel frattempo non si arrestano i riverberi su piazzetta Cuccia. Il successo dell’Opas ha sancito lo scioglimento dell'accordo di consultazione di Mediobanca dopo sei anni. Il patto si era via via assottigliato con le vendite azionarie e le uscite di alcuni dei principali soci privati e family office italiani.
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