Economia
L'ad di Mps Lovaglio
Per trovare la quadra definitiva sulla lista da presentare oggi, il confronto all’interno del cda di Mps si è protratto fino a tarda serata. A guidare il nuovo ciclo di Mediobanca dovrebbero essere Alessandro Melzi d’Eril in qualità di amministratore delegato e Vittorio Grilli come presidente. Profili di grande esperienza e affidabilità. Il primo è a capo di Anima Holding, leader del risparmio gestito, l’altro è l’ex ministro dell’Economia, nonché dirigente di prima fascia di Jp Morgan.
A loro sarà affidato il compito di portare avanti la strategia disegnata per piazzetta Cuccia dal management montepaschino. Soprattutto elevare al massimo una combinazione inedita tra realtà che hanno ambiti di azione differenti. Insieme saranno chiamati a dirigere le operazioni undici consiglieri: in precedenza erano quindici.
Dell’integrazione tra Mps e Mediobanca ha parlato ancora una volta l’ad senese Luigi Lovaglio. “Questa combinazione segna l’inizio di una nuova fase per il sistema bancario italiano a un punto di svolta”, visto che “le dimensioni non sono più un’opzione, ma una necessità per restare competitivi”, ha detto il manager nel podcast Quello che i soldi non dicono, prodotto da Bloomberg News e Chora Media.
“Basta confrontare le principali banche europee con quelle statunitensi per cogliere la differenza di scala, di capacità di investimento. Non solo il consolidamento è fondamentale per continuare a innovare, espandere l’offerta e affrontare con solidità i cicli economici», ha osservato ancora Lovaglio, per il quale visto che “la diversificazione dei ricavi e la robustezza patrimoniale sono leve decisive” e “se si guarda al futuro opportunità di nuove geografie”, allora “è indispensabile partire da una posizione forte nel proprio mercato domestico”.
Il risultato di questa unione secondo Logavglio “è un vero game changer, un passaggio chiave per la prossima fase di crescita del settore bancario italiano ed europeo. Quello che stiamo vivendo oggi è solo l’inizio. È probabile che la seconda fase del risiko bancario italiano si concretizzi nei prossimi anni. Il nostro gruppo, forte della posizione raggiunta, sarà pronto a giocare un ruolo da protagonista con l’ambizione, la visione e la volontà di creare valore continuo per tutti gli stakeholder.
Intanto dopo quello di Moody’s, è arrivato un altro attestato per Mps. Dbrs Ratings alza il rating sul debito senior al lungo termine dell’istituto senese portandolo a BBB, mentre il rating a breve termine sale da R-2 e quello sulle obbligazioni subordinate BB(high).
L'azione su rating e trend riflette “l’ulteriore rafforzamento della generazione interna di capitale e degli indicatori di qualità del credito di Mps nel primo semestre del 2025 così come il completamento con successo della sua offerta pubblica di scambio volontaria per l’acquisto di Mediobanca”.
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