Il dato
Alice d'Ercole (Cgil Siena)
Quasi 30 mila persone sotto la soglia di povertà e un 30% di cittadini che ha dovuto ridurre il consumo di cibo. Non c’è bisogno di andare troppo lontano per trovare testimonianze di miseria quotidiana, perché, dai numeri diffusi dalla Cgil, il territorio senese appare sempre meno un’isola felice. “Chi vive di salari e pensioni si impoverisce per effetto di rinnovi contrattuali insufficienti a recuperare l’inflazione accumulata tra il 2021 e il 2024 che ha superato il 18% - evidenzia la segretaria Alice D’Ercole - ed il dato inflazionistico a Siena è ancor più pesante. Basta guardare i numeri di questi giorni che confermano il grave primato con un 2,9% in più di inflazione pari a 784 euro annui che i cittadini senesi devono pagare per vivere in questo territorio. E l’inflazione non solo impoverisce il potere di acquisto di salari e pensioni ma, con l’effetto perverso del drenaggio fiscale, ogni lavoratore ha pagato circa 2 mila euro in più di tasse”.
Tutto ciò va di pari passo con la fragilità del sistema occupazionale. “Gli effetti li vediamo anche in provincia di Siena, con il 12% dei lavoratori dipendenti che nel 2024 ha visto ridotto o annullato il lavoro. Le ore di cassa integrazione nei primi mesi del 2025 raddoppiano e le crisi aziendali stanno desertificando la produzione industriale. L’occupazione aumenta solo tra gli over 50 che non andranno in pensione per effetto della legge Fornero.”
D’Ercole guarda poi oltre lo steccato senese. “Con l’ennesima rottamazione delle cartelle ad incentivare l’evasione fiscale e senza una riforma fiscale progressiva, ci ritroveremo non solo il consolidamento di un fisco iniquo in cui, a parità di reddito, lavoro dipendente e pensioni pagano più tasse della rendita e del lavoro autonomo, - sottolinea la segretaria - ma con uno stato sociale che si impoverisce con il paradosso che le tasse pagate da lavoratori e pensionati, invece di essere investite in sanità, istruzione, pensioni, innovazione e politiche industriali, verranno utilizzate per sostenere l’evasione e la corsa al riarmo”. Da qui all’appello a scendere in strada per alzare la voce. L’occasione è rappresentata dalla manifestazione nazionale “Democrazia e lavoro” indetta dalla Cgil per chiedere l’aumento di salari e pensioni e investimenti su sanità e scuola.
“Vuole essere un segnale forte per rilanciare una visione alternativa di Paese, - fa notare D’Ercole -. Le nostre richieste sono chiare: restituire potere d’acquisto a salari e pensioni, rinnovare i contratti collettivi, introdurre un salario minimo legale, tutelare la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, garantire una pensione di garanzia per giovani e precari, ma anche cambiare rotta sulle politiche fiscali, tornando al principio costituzionale di progressività fiscale e ponendo fine a condoni e flat tax. Perché senza giustizia sociale non può esserci democrazia né futuro per l’Italia”.
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