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La vertenza

Prosegue la fuga dalla Beko, altri 118 lavoratori lasciano la nazionale

I sindacati: “Nessuna risposta sulla reindustrializzazione”. Ieri nuovo incontro tra le organizzazioni e l’azienda. Il 17 novembre riunione al ministero

Gennaro Groppa

31 Ottobre 2025, 15:26

Beko

Beko, i sindacati

Sale il numero dei lavoratori che lascerà la Beko: si era partiti da una cinquantina di dipendenti che avevano manifestato la volontà, poi concretizzata e messa nero su bianco, di lasciare la multinazionale, ora il conto è enormemente cresciuto. In 64 hanno già accettato la buonuscita, di circa 95 mila euro, messa a disposizione, e altri 54 hanno manifestato la stessa intenzione. Per un totale, quindi, di 118 lavoratori. “Finisce una storia e un’epoca - ha commentato ieri mattina Massimo Martini, segretario generale della Uilm Uil di Siena. - Nello stabilimento l’umore dei dipendenti non è buono, si respirano smarrimento e tristezza. Sicuramente si sta registrando un numero di uscite che è superiore rispetto alle aspettative. Ma d’altronde la buonuscita che viene offerta è un’occasione importante per i lavoratori”.

Ieri mattina si è svolto un nuovo incontro tra sindacati e azienda. Era un’occasione propizia per fare il punto sulla reindustrializzazione in corso, e per capire quante imprese si sono avvicinate per poter investire ed entrare nel sito di viale Toselli. Tuttavia risposte certe nell’occasione non sono state fornite: l’argomento tornerà a essere affrontato nell’incontro al ministero che si svolgerà il 17 novembre. Ha detto al riguardo Daniela Miniero, segretaria generale della Fiom Cgil di Siena: “Abbiamo chiesto se sono stati effettuati passi in avanti nel percorso di reindustrializzazione, ma ci è stato risposto che di questo tema si parlerà al ministero. Noi abbiamo ribadito che è preferibile la soluzione di un unico soggetto industriale che possa entrare nello stabilimento di viale Toselli. Non ci piace l’ipotesi spezzatino per il sito”.

Al momento, dunque, sono 181 i dipendenti che potrebbero rimanere nel gruppo; tuttavia i lavoratori hanno ancora un mese di tempo per accettare la buonuscita e uscire dal gruppo. I sindacati stimano che la reindustrializzazione potrà dunque riguardare circa 170 lavoratori. Il 27 novembre nascerà InviSi, il gruppo composto da Invitalia (80%) e dal Comune di Siena (20%) che gestirà lo stabilimento. Il giorno seguente, il 28 novembre, sarà l’ultimo giorno di produzione in viale Toselli. “Fino a quel giorno - ha precisato Martini - l’azienda realizzerà dei congelatori per il mercato americano”.

E quel giorno i sindacati intendono organizzare un evento davanti alla fabbrica, invitando politici e in generale la comunità cittadina. Poi inizieranno le operazioni di sgombero, che dureranno tra i quattro e i sei mesi, e Invitalia effettuerà la bonifica del tetto e il posizionamento su di esso dei pannelli fotovoltaici. L’obiettivo principale rimane quello di trovare il (o i) soggetto reindustrializzatore.

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