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La Festa

Il Palio delle Grandi occasioni, Francesco De Grandi regala a Siena un'opera raffinata e fortemente simbolica

Il pittore siciliano, padrone di tutte le tecniche pittoriche, poliedrico e colto, ha saputo evocare con due scene semplici ma potenti il senso della Festa di Siena

Sonia Maggi

11 Agosto 2025, 05:13

Drappellone De Grandi

Il Drappellone di De Grandi

Francesco De Grandi ci prende per mano e ci porta dentro al Palio. Lui, siciliano, maestro del pennello, padrone di tutte le tecniche pittoriche, poliedrico e colto, ha saputo evocare con due scene semplici ma potenti il senso della Festa di Siena. Il pubblico dell'Entrone lo ha acclamato, forse calamitato all'istante dall'effetto forte del colore, dalla preziosità dell'oro o dalla pienezza del contenuto che riempie la seta lasciando davvero pochi spazi vuoti.

Un cencio realizzato per finestre (o per quadri), dove il soggetto viene ripartito geometricamente richiamando subito alla memoria la pittura medievale. Ciò che salta agli occhi in questo drappellone è l'immagine della Madonna, ovvero il messaggio più potente del cencio di Francesco De Grandi. La Vergine è una donna vera, una creatura moderna con il volto truccato, l'abito della festa in velluto stropicciato e quel mantello azzurro leggermente pizzicato con le dita in segno di accoglienza e di apertura.

Una figura leggiadra, sognante, dal volto dolce e bellissimo incorniciato in una capigliatura nera come la pece e leggermente selvaggia. Una donna del sud con le campanelle agli orecchi, in estasi. Potrebbe essere pronta indifferentemente per l'incontro con il divino o per un ballo in discoteca. Una Madonna-donna che esalta la figura femminile e al tempo stesso onora la Vergine Assunta, madre, sposa, generosa e protettiva.

Bravo De Grandi che ha saputo offrire a tutte le donne di Siena questa icona assolutamente realistica e sovrumana al tempo stesso. La scelta dei colori e soprattutto quell'aureola di luce che circonda la testa della Vergine, con il raso puntellato di stelle sullo sfondo e il contrasto rosso-azzurro, richiama senza ombra di dubbio il culto mariano più popolare.

E in particolare quelle immagini classiche della Madonna, quei quadretti tanto amati che tutte le spose un tempo inchiodavano sopra il letto matrimoniale. Il particolare della collana poi appare particolarmente prezioso, con quella croce a forma di ancora simbolo del Giubileo a cui il drappellone di agosto è dedicato.

Passando alla finestra sottostante, c'è poco da dire. Qui il pittore ha elevato in cielo una corsa di cavalli con fantini senza giubbetto e senza tempo, creature che fluttuano nel cielo sopra al profilo inconfondibile e dorato della nostra città. Una scelta raffinata che tanto ricorda quella stele etrusca da cui partono le nostre radici.

Una immagine mitologica di grande pregio, a significare il senso elevato della corsa del Palio e della Festa che avvolge una comunità intera nei secoli. Bella la definizione del nostro sindaco Nicoletta Fabio che, a chiusura della sua presentazione del cencio, ha sottolineato che il Palio è una "follia consapevole". Siamo d'accordo.

E l'artista siciliano ha colto in pieno il senso della nostra Festa sintetizzando nelle due dimensioni il contrasto fra sacro e profano. Ma ha fatto di più: ha coinvolto nella parte bassa del cencio, quella dedicata all'araldica delle contrade, la maestria delle sarte del Comune che hanno assemblato con ago e filo gli stemmi delle dieci al canape che Francesco De Grandi ha realizzato con una perfezione stilistica tale da meritarsi i complimenti di tutto il popolo di Siena.

Il drappellone del Palio di agosto, di fronte ad una platea meno numerosa rispetto all'edizione di luglio, è stato illustrato dal critico d'arte Helga Marsala che ha passato in rassegna l'opera di un maestro capace "di fondere alla sua maniera tradizione e attualità della grande pittura figurativa europea d'ambito mediterraneo".

La sua cifra stilistica "fonde sacro e natura e ne fa occasione di indagine estetica e di meditazione". È così che l'artista siciliano è arrivato a rendere la sua arte altamente spirituale e proprio grazie a questa sua sensibilità De Grandi ha capito immediatamente l'essenza del Palio di Siena restituendocelo nella seta dove alterna modernità e tradizione.

A proposito del profilo di Siena nello sfondo "la città appare un miraggio - ha detto Helga Marsala - quasi un riflesso, un'idea. Pura luce che sfugge al dettaglio narrativo e che funziona come epifania luminosa. Una città invisibile, un regno incantato, un luogo concreto ma che in questa sinfonia."

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