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Siena

Pasticcio Sigerico: il Comune di Siena deve assumere due lavoratori e pagare oltre 22mila euro

La Corte d’Appello di Firenze ribalta la sentenza di primo grado: la vicenda è finita oggi in Consiglio comunale

Andrea Bianchi Sugarelli

19 Giugno 2025, 11:37

Sigerico Spa

Oltre 22mila euro di multa, due assunzioni da regolarizzare e una vicenda che mette in luce una gestione poco chiara delle graduatorie comunali. Arriva oggi in Consiglio comunale la comunicazione dell’assessore al bilancio Riccardo Pagni su una questione che affonda le radici nella passata amministrazione e che ieri è stata illustrata in Commissione: il caso dei dipendenti assunti da Siena Parcheggi, ora Sigerico, che ha portato a una condanna significativa per il Comune di Siena.

Tutto parte dal concorso bandito dal Comune nel 2020 per 14 posti da collaboratore amministrativo-terminalista. Tra gli idonei figurano A.M. e T. F. Nel 2021, però, i due vengono assunti non dal Comune, ma proprio da Siena Parcheggi, la società partecipata al 100% dal Comune stesso, incaricata della gestione dei parcheggi cittadini. Fin da subito, però, emergono dubbi sostanziali. Lavorare per il Comune non è la stessa cosa che essere dipendenti di una società in house: cambiano il contratto, le tutele, la possibilità di mobilità verso altri enti pubblici e le garanzie in caso di licenziamento. I sindacati e gli stessi candidati fanno notare che chi ha superato un concorso pubblico per il Comune dovrebbe essere assunto nelle file comunali, non in una società di diritto privato, anche se interamente controllata dall’ente.

Il problema si acutizza quando, nei mesi successivi, il Comune assume a tempo indeterminato altre persone dalla stessa graduatoria, ma in posizione più bassa rispetto a T.F. e A.M. Di fatto, chi era dietro di loro in graduatoria entra in Comune, mentre loro restano nella società partecipata. I due chiedono chiarimenti e avanzano richiesta formale di assunzione, ma dal Comune non arriva risposta. Nel 2022 decidono di rivolgersi al Tribunale di Siena. L’ente, per difendersi, spiega di aver modificato il proprio regolamento poco prima della pubblicazione della graduatoria, consentendo così alle società partecipate di attingere alle graduatorie comunali. Un meccanismo che, nella visione dell’amministrazione, prevede che chi accetta il posto in Siena Parcheggi sia automaticamente depennato dalla graduatoria, come avverrebbe in caso di assunzione presso un altro ente pubblico.

In primo grado, il Tribunale di Siena dà ragione al Comune. Secondo il giudice, è legittimo che la partecipata, tramite convenzione, assuma personale dalla graduatoria comunale e che, una volta assunto, il lavoratore esca automaticamente dalla lista. Ma la partita non è finita. A.M. e T. F. decidono di ricorrere in appello e la Corte di Appello di Firenze, con la sentenza 324/2025, ribalta tutto. I giudici di secondo grado chiariscono che, per quanto Sigerico sia al 100% controllata dal Comune, resta una società di diritto privato. Non può essere equiparata a un ente pubblico, né per contratto, né per tutele, né per diritti acquisiti. Inoltre, nel bando di concorso non era scritto che si poteva essere assunti anche dalla società partecipata: questa previsione viene inserita solo successivamente, quindi i candidati non potevano saperlo. Per la Corte, chi accetta il posto in Sigerico non può perdere il diritto a essere assunto dal Comune, né essere depennato dalla graduatoria.

Un altro elemento decisivo è la comunicazione agli idonei: nelle lettere inviate, il Comune spiegava che la rinuncia all’assunzione in Siena Parcheggi non comportava perdita della posizione in graduatoria, ma non diceva nulla in caso di accettazione. Questo ha creato ulteriore confusione e incertezza nei lavoratori. Così la Corte condanna il Comune di Siena: A.M. e T. F. devono essere assunti dal Comune a tempo indeterminato, con riconoscimento delle retribuzioni dal momento in cui sono stati assunti colleghi in posizione più bassa, detraendo quanto già percepito in Sigerico, e con la regolarizzazione della posizione previdenziale. Inoltre, l’ente dovrà pagare oltre 22mila euro tra spese legali e oneri vari, sia ai lavoratori che all’Inps.

La posizione delle altre lavoratrici già assunte dal Comune tramite scorrimento della graduatoria non viene toccata, perché ormai consolidata. Intanto, la sentenza ha riacceso nelle settimane scorso il dibattito tra amministrazione e sindacati, con la Cgil che sottolinea come sia stata ristabilita la legittimità del percorso concorsuale e la tutela dei diritti dei lavoratori, ribadendo che le società in house non possono essere considerate come enti pubblici a tutti gli effetti. L’assessore Riccardo Pagni ha illustrato ieri in Commissione tutti i dettagli della vicenda, spiegando che il Comune, ora, è obbligato a riconoscere questo debito fuori bilancio e a procedere con l’inserimento dei due lavoratori nell’organico comunale, oltre a sistemare la questione contributiva e retributiva rispetto agli anni passati.

Oggi la questione arriva in Consiglio comunale per l’approvazione formale del debito e per prendere atto delle conseguenze amministrative dettate dalla sentenza. Ma ci si attende un lungo dibattito perché la minoranza e anche parte della maggioranza hanno già fatto capire che pretendono spiegazioni sulla rinuncia a ricorrere in Cassazione. 

Per ora la storia costa cara alle casse comunali, ma come diceva Corrado alla Corrida… non finisce qui.

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