Il candidato
Andrea Marchetti, ex sindaco di Chianciano Terme
Dopo dieci anni con indosso la fascia tricolore di sindaco di Chianciano Terme, Andrea Marchetti si lancia in una nuova sfida. L’ex primo cittadino, dopo la sconfitta alle ultime amministrative, si è dimesso dalla carica di consigliere comunale, è diventato coordinatore del circolo di Fratelli d’Italia di Chianciano e adesso è tra i candidati a consigliere regionale della Toscana. L’obiettivo è quello di portare in Regione le istanze della Val di Chiana.
“Voglio mettere a disposizione la mia esperienza di sindaco - spiega Andrea Marchetti - Voglio rappresentare la provincia di Siena. In questi dieci anni ho conosciuto bene le sue problematiche, quelle della Val di Chiana e ovviamente quelle di Chianciano. E’ una provincia un po’ dimenticata, il grosso dei fondi viene assegnato a Firenze, Pisa e Pistoia, sembra che la Toscana sia tutta concentrata in quei 50 chilometri. Vorremo portare all’attenzione il fatto che anche il territorio di Siena ha necessità di interventi da parte della Regione”.
La campagna elettorale sta entrando nel vivo: “Sarà un mese intenso – spiega ancora Marchetti - Tomasi (candidato presidente ancora in attesa di ufficializzazione, ndr) si è mosso da tempo, credo che abbia le caratteristiche per ricoprire il ruolo. Abbiamo bisogno di un governatore presente non solo alle cerimonie e alle sagre. Credo sia il momento, al di là delle parole e degli slogan, di affrontare delle criticità che esistono da tempo. Si deve dare uno slancio nuovo a questa Regione che ha tutte le caratteristiche per essere tra le prime d’Italia, ma che negli ultimi anni ha perso in competitività. La democrazia ci insegna che è bene che ci sia alternanza. Noi abbiamo un monocolore da quando ci sono le Regioni e questo non aiuta nessuno”. Sono tante le problematiche per Siena, a cominciare dalle infrastrutture: “La provincia è tagliata fuori dalle grandi vie di comunicazioni, sia ferroviarie che autostradali – spiega Marchetti - La stazione di Chiusi si sta impoverendo, l’alta velocità non arriva più. L’altro argomento a cui tengo molto è la sanità. Quando trent’anni fa si decise di fare l’ospedale di Nottola, tutte le comunità rinunciarono al loro ospedale, nell’ottica di un servizio migliore, ma le cose stanno peggiorando. La stessa cosa vale per l’ospedale di Abbadia San Salvatore. Abbiamo bisogno di una sanità di prossimità, c’è un mondo che va assolutamente valorizzato, si deve fare meglio. Le nostre zone, essendo aree interne, hanno necessità di capire come far arrivare servizi essenziali alla popolazione”.
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