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Siena

Beko, lo stabilimento di Siena acquistato per 8 milioni di euro. I sindacati: "Ora la reindustrializzazione"

Massimo Martini (Uil): "Ci sono dieci aziende interessate a subentrare"

Gennaro Groppa

26 Luglio 2025, 07:30

L’accordo preliminare per la vendita del sito in viale Toselli è firmato, e già si pensa alla reindustrializzazione. Si respira soddisfazione in viale Toselli il giorno dopo la firma tra Invitalia e Duccio Immobiliare. L’acquisizione avverrà per una cifra che si aggira tra i 7 e gli 8 milioni di euro. Fanno festa, ma sobriamente, i sindacati davanti allo stabilimento insieme ai lavoratori, consapevoli di avere ora una prospettiva interessante nei mesi a venire. E fanno festa, intanto, anche le istituzioni. Si apre però subito, contemporaneamente, un nuovo capitolo, piuttosto urgente. Quello di andare a trovare un’azienda che possa realizzare la reindustrializzazione che è un’altra questione cruciale di questa vicenda. Le trattative, per quanto trapela, ci sono, e sono in corso. Dovranno essere portate avanti, formalizzate e concluse. Con la segretaria generale della Fiom Cgil di Siena, Daniela Miniero, che parla di “tre aziende che stanno trattando”, mentre il segretario generale della Uilm Uil di Siena, Massimo Martini dichiara addirittura che “le aziende interessate a investire a Siena in questo stabilimento sono dieci”.

E intanto prosegue anche il piano delle uscite dal gruppo. Ci sono lavoratori che accetteranno i 90 mila euro che vengono offerti per lasciare la multinazionale. I “famosi” 299 sono quindi destinati a diminuire nel numero, anche in tempi brevi. Nove dipendenti hanno già accettato la buonuscita e saluteranno la multinazionale al termine di un periodo che è stato certamente faticoso anche da un punto di vista psicologico, e altri 8-10 hanno manifestato ai sindacati la volontà di compiere il medesimo passo. In tutto, affermano dalle organizzazioni dei lavoratori, potrebbero uscire da Beko una trentina di dipendenti nei prossimi mesi.

Se i sindacati da un lato esultano per l’ennesimo passo in avanti compiuto, d’altro canto predicano calma sugli aspetti relativi alla reindustrializzazione e consigliano i lavoratori di effettuare scelte attente e giudiziose relativamente all’accettazione o meno della buonuscita. Dichiara Massimo Martini, segretario generale della Uilm Uil di Siena: “L’acquisizione da parte di Invitalia è una novità assoluta per l’Italia. Lo stabilimento sarà ora ‘libero’ da vincoli, noi crediamo alla reindustrializzazione e che possa anche essere veloce. Quando c’è un grande impegno i risultati si vedono. Ringraziamo il Comune di Siena che partecipato in maniera diretta all’acquisizione, ora ci siamo conquistati una dignità importante”.

Di un “accordo senza precedenti” parla Daniela Miniero, segretaria generale della Fiom Cgil di Siena: “Questa vertenza sta facendo scuola, è la prima volta che lo Stato entra attivamente in una crisi industriale. Molte volte in passato in Italia gli accordi erano poi divenuti carta straccia, questa volta abbiamo invece dimostrato che gli accordi si possono concretizzare. Stiamo diventando un esempio di come si richiamano alle proprie responsabilità una multinazionale e il governo nazionale. Stiamo lottando per dare un futuro industriale alla città di Siena”.

“Dobbiamo essere concreti e lottare affinché si arrivi a una reindustrializzazione credibile - è il commento di Giuseppe Cesarano, segretario generale della Fim Cisl di Siena. - Andiamo avanti con le politiche attive, ricordiamoci che la partita vera inizia adesso, alla ricerca del soggetto che dovrà reindustrializzare lo stabilimento. Sarà una sfida per tutti”.

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