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Siena

Vicenda Leonardo-Beko, i sindacati rispondono al rettore Tomaso Montanari e a Roberto Montanelli: “Nessuna lezione”

Miniero (Fiom Cgil): “Non è ricatto, ma diritto al lavoro”. Cesarano (Fim Cisl): “Si tratta di una grande opportunità”

Gennaro Groppa

30 Agosto 2025, 08:16

Beko

I sindacati, con toni differenti tra Cgil, Cisl e Uil, replicano alle parole del rettore dell’Università per stranieri di Siena Tomaso Montanari relativamente all’ipotesi che il gruppo Leonardo arrivi a Siena nell’operazione di reindustrializzazione del sito Beko di viale Toselli. Montanari era stato tranciante: “La città merita di meglio, si trovino delle alternative. Il ricatto tra produrre morte attraverso le armi o morire di fame credo sia ciò che la politica deve evitare, non è possibile che i lavoratori e le lavoratrici siano messi di fronte a questa alternativa. Siena ha un’altra storia, la politica tutta e la città devono trovare delle alternative a questa drammatica prospettiva”.

“Credo che non ci sia nessun ricatto e che il lavoro sia un diritto - commenta Daniela Miniero, segretaria generale della Fiom Cgil di Siena. - Esiste l’urgenza di dare un futuro a questi lavoratori. Leggo che si dice che Siena meriti di meglio: io credo che quelle persone meritino di avere un posto di lavoro. I dipendenti Leonardo fanno un lavoro, la scelta di utilizzare le armi viene poi presa dai Governi nazionali. E ricordo che Leonardo non produce solamente armi. La Fiom rimane ovviamente contro la guerra. Mi domando comunque perché oggi si vada a dire che Leonardo non dovrebbe venire a investire a Siena quando l’azienda è comunque già presente ad Abbadia San Salvatore e a Firenze”.

“Mi permetto di dire - aggiunge Giuseppe Cesarano, segretario generale della Fim Cisl di Siena - che, a mio avviso, questa volta il rettore Tomaso Montanari si sbaglia. Leonardo è un’azienda fortemente radicata in Toscana, portatrice non solo di produzioni legate alla difesa ma anche di tecnologie, ricerca, innovazione e occupazione qualificata. Capisco che la valutazione del rettore abbia una componente ideologica e la rispetto, ma credo che sul merito si debba guardare all’impatto concreto per il territorio e per i lavoratori. Ritengo importante valutare le opportunità reali che una presenza come quella di Leonardo può offrire”.

“Rispetto ciò che dichiara il rettore Tomaso Montanari - afferma Massimo Martini, segretario generale della Uilm Uil di Siena - e prendo atto del suo pensiero, d’altronde ognuno è libero di avere la propria opinione. Quella di Leonardo rimane comunque al momento solo un’ipotesi”.

I sindacati, con una nota congiunta, rispondono anche a Roberto Montanelli, esponente di Potere al Popolo e consigliere comunale di Castelnuovo Berardenga, che aveva duramente criticato la possibilità dell’arrivo a Siena del gruppo Leonardo: “Ricordiamo che la vertenza Beko riguarda la legittima difesa di 299 lavoratori che lottano per tutelare il loro posto e il loro futuro. Non si tratta di una scelta etica o morale sulla produzione di strumenti bellici, ma di un diritto fondamentale al lavoro e alla dignità. Le affermazioni del consigliere Montanelli rappresentano una strumentalizzazione ideologica che non tiene conto della realtà della vertenza e della lotta dei lavoratori. In Italia oltre 20 mila persone lavorano in aziende che producono strumenti bellici, e non è possibile ignorare la complessità del tema. Non è la produzione di strumenti bellici che detta l’etica di un territorio, ma l’utilizzo che se ne fa”.


Gli incontri e l’ipotesi “spezzatino”

E’ intanto confermato l’incontro che il prossimo 17 settembre verrà effettuato tra i sindacati e Sernet: nell’occasione i rappresentanti dei lavoratori chiederanno di conoscere lo stato dei contatti avviati per la reindustrializzazione dello stabilimento. Ed è confermato per il pomeriggio dello stesso giorno anche l’incontro e dibattito pubblico che si terrà tra i sindacati e i candidati alla presidenza della Regione Toscana Eugenio Giani e Alessandro Tomasi: appuntamento alle ore 17 alla Saletta dei mutilati.

A settembre inizieranno ad arrivare in viale Toselli i primi gruppi che si sono dichiarati interessati a subentrare: inizia a prendere corpo anche un’altra possibilità, l’ipotesi “spezzatino”, ovvero quella che il sito venga suddiviso in più parti, con più di un’azienda che in questo caso potrebbe subentrare.

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