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Siena

ManiFesta: i gesti del Palio di Siena nella mostra di Giulia Brogi

Si chiude nell'Entrone il viaggio visivo della nota fotografa nella ritualità della Festa

Andrea Bianchi Sugarelli

08 Giugno 2025, 15:44

Giulia Brogi fotografa mostra

Si chiude oggi la mostra di Giulia Brogi, "ManiFesta. Il Palio si racconta tra le mani dei senesi", all’interno del Cortile del Podestà. Un percorso fotografico ed artistico emozionante tra i particolari poetici del Palio che spesso sfuggono al contradaiolo, ma che sono un concentrato di riflessione e di verità. In questo caso le mani, simbolo del fare, figura iconica che ha sempre avuto un grande significato e valore, da quello semplice del gesto di appartenenza al termine delle canzoni alla difesa dell’onore dei propri colori, dall’impugnatura degli oggetti della passeggiata storica ai mestoloni delle cucine, dalla delicatezza dell’arte sartoriale per creare un fazzoletto o una bandiera fino al simbolo del giubilo: gli abbracci. Ci sono tanti significati dentro a questa bella rassegna di fotografie artistiche che sono un piacere oltre che una bellezza disarmante. Lo scorso anno, Giulia ci aveva raccontato il Palio dei piccoli, oggi invece ce lo fa conoscere attraverso un arto fondamentale, che disegna e guida la nostra quotidianità, compresa quella della Festa.

La mostra, che ha animato per dieci giorni l’Entrone, ha saputo attirare un pubblico numeroso e variegato, confermandosi come uno degli appuntamenti più interessanti di questo periodo pre-paliesco. Giulia Brogi si conferma osservatrice attenta e raffinata della città, capace di cogliere attraverso il filtro delle mani la vera essenza della Festa. Non si tratta solo di immagini suggestive: ogni scatto racconta una storia, ogni gesto fotografato ci parla di appartenenza, fatica, dedizione e gioia.

 

"Sono emozionata e felice. Dal 31 maggio è passata tanta gente. Molte persone erano alla presentazione, e in questi giorni sono venuti anche molti turisti", racconta l’autrice, accogliendo con un sorriso chi si sofferma davanti alle sue fotografie. "La cosa che mi ha fatto particolarmente piacere sono stati i commenti ricevuti e il fatto che, alla fine della mostra, molte persone sono passate a salutarmi. L’anno scorso avevo fatto un lavoro dedicato ai bambini: era una mostra più selezionata e intima. Questa invece parla un linguaggio più accessibile anche a chi conosce meno la Festa. Una bella esperienza".

Il percorso espositivo invita il visitatore a fermarsi, a rallentare lo sguardo e a lasciarsi guidare tra immagini ufficiali e scene di vita vissuta. Ogni fotografia si sofferma su dettagli che spesso passano inosservati: le mani che stringono il Cencio, che preparano un costume, che si intrecciano in un abbraccio dopo una vittoria o lavorano ai canapi. Così, il Palio si svela nella sua dimensione più autentica e quotidiana, restituendo un’immagine della città fatta di gesti semplici, ma pieni di valore.

 

"Per guardare questa mostra, è importante mettersi nell’atteggiamento di voler fare un viaggio", prosegue Brogi. "Non bisogna soffermarsi solo sui momenti ufficiali, quelli che vivono tutti, ma cercare davvero di immergersi nella vita di contrada. Io ho sempre raccontato e trovato interessante di più il dietro le quinte, la vita quotidiana del rione. Quello che si vede in modo ufficiale è solo una parte: bisogna invece approcciarsi in modo più intimo, cercando un’esperienza autentica di contrada, che secondo me è fondamentale".

Fotografare il Palio attraverso le mani è una scelta precisa, quasi una dichiarazione d’intenti. Le mani sono protagoniste silenziose di ogni fase della Festa: dal lavoro meticoloso negli oratori alle corse euforiche, dalle cucine brulicanti alle lacrime di gioia o di delusione. Brogi riesce a fissare questi momenti con delicatezza e rispetto, senza mai cedere alla tentazione della retorica.

 

"Nel mio lavoro ho avuto una costante: è sempre stata viva in me la volontà di raccontare le emozioni che stanno dietro alla Festa", spiega l’autrice. "Andando a cercare in archivio il filo conduttore delle mani, mi sono resa conto che l’ho sempre fatto, perché ci sono foto di 15 anni fa. Quindi, mi sono resa conto che questo aspetto mi ha sempre attratta. Quello che è cambiato, in realtà, sono molte cose. Quello che ho potuto riscontrare è che il sentimento e la vita vera, fondamentalmente, sono sempre gli stessi: è questo il bello del Palio, è sempre uguale e sempre diverso. Alla base ci sono tanti aspetti della vita di contrada che restano invariati; poi, certo, ci sono mille sovrastrutture, però i ragazzi che cucinano, gli alfieri che preparano le bandiere, sono sempre le stesse cose e si vivono sempre con la stessa emozione che, fondamentalmente, non diminuisce mai. Questo è il bello e ciò che salva la nostra Festa".

 

A fianco delle fotografie, un prezioso catalogo arricchisce l’esperienza della mostra. I testi di Eleonora Mainò accompagnano le immagini con sensibilità e profondità, offrendo spunti di riflessione e restituendo al lettore le stesse emozioni che si provano di fronte agli scatti di Brogi. Un vero e proprio concentrato di autenticità, che invita a guardare il Palio con occhi diversi, più attenti alle sfumature e ai dettagli.

"ManiFesta" si congeda lasciando una traccia delicata e forte al tempo stesso, come solo le cose autentiche sanno fare. Chi ha avuto modo di visitare la mostra porterà con sé non solo immagini, ma soprattutto uno sguardo nuovo sulla Festa che più di ogni altra parla al cuore dei senesi.

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