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Il caso

Delitto di Garlasco, i risultati del tampone orale di Chiara Poggi: ecco a chi appartengono i cinque campioni. Una traccia di sangue sotto il telefono, tentò di chiedere aiuto?

Sono stati analizzati nell'incidente probatorio nell'ambito della nuova inchiesta sul delitto

Caterina Iannaci

14 Luglio 2025, 17:34

Chiara Poggi

Chiara Poggi

Sono arrivati gli esiti sul tampone orofaringeo di Chiara Poggi analizzati nell'incidente probatorio nell'ambito della nuova inchiesta sul delitto di Garlasco. A quanto apprende l'agenzia Ansa, gli esami hanno confermato che dei cinque campioni uno è quello dell'assistente del medico legale che nel 2007 effettuò l'autopsia sulla vittima e l'altro appartiene a un uomo sconosciuto, ignoto 3. Sono invece illeggibili gli altri tre.

Chiara tentò di chiedere aiuto, la traccia di sangue sotto il telefono

Il mistero intanto prosegue. Una traccia di sangue scoperta sotto la cornetta del telefono fisso di casa Poggi, un elemento già repertato all’epoca ma mai approfondito, assumerebbe un significato cruciale, secondo quanto riportano Tgcom24 e Corriere della Sera: Chiara avrebbe tentato di chiedere aiuto nel momento dell’aggressione, sollevando la cornetta per fare una telefonata disperata. Il killer, colpendola proprio mentre cercava di chiamare, avrebbe poi rimesso il telefono al suo posto, inconsapevole della macchia di sangue lasciata dietro di sé.

L’angolazione della goccia di sangue, inclinata di circa 19 gradi, suggerisce infatti che la cornetta fosse sollevata nel momento in cui il sangue è caduto, un dettaglio che cambia radicalmente la scena del delitto così come era stata finora interpretata. Questa nuova dinamica contrasta con la precedente versione, che vedeva Chiara colpita di sorpresa senza possibilità di difesa. Al contrario, gli investigatori ora sono convinti che la vittima abbia lottato, cercando di difendersi e di chiedere aiuto.

A rafforzare questa ipotesi è la scoperta di un profilo genetico maschile ignoto, isolato nel tampone orofaringeo prelevato durante l’autopsia, ma analizzato solo recentemente con tecniche più avanzate. Questo DNA non corrisponde né ad Andrea Sempio né ad Alberto Stasi, entrambi indagati in passato, né agli amici noti di Sempio. La presenza di questo materiale genetico suggerisce che Chiara possa essere stata aggredita da più persone, forse addirittura da tre individui, come ipotizzato dalla Procura di Pavia.

Non solo: la vittima avrebbe morso uno degli aggressori, lasciando così tracce di DNA sulla sua lingua, un dettaglio che conferma la sua reazione e il suo tentativo di difesa. Parallelamente, alcune impronte digitali, come la cosiddetta "impronta 33" trovata sulla parete della scala, tornano a essere al centro dell’attenzione investigativa, mentre tracce di sangue lungo le scale e sul tappetino del bagno risultano appartenere esclusivamente a Chiara, confermando la violenza della colluttazione.

La nuova ricostruzione suggerisce che l’omicidio non sia stato un gesto isolato di una persona di cui Chiara si fidava, ma un’aggressione pianificata o almeno perpetrata da più individui. Tra i nomi tornati a galla c’è quello di Michele Bertani, amico d’infanzia di Andrea Sempio, suicidatosi nel 2017, che ora viene nuovamente valutato dagli inquirenti, anche se al momento non esistono prove concrete del suo coinvolgimento.

Non mancano però le cautele: la criminologa Sara Bolzan invita a interpretare con prudenza la macchia di sangue sotto la cornetta, che potrebbe avere spiegazioni alternative, e a considerare sempre il rischio di contaminazioni accidentali, un problema frequente in indagini così complesse e longeve.

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