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Delitto di Garlasco, a Zona Bianca il giallo sull'orario della notizia della morte di Chiara, c'è un buco temporale? Lovati: "Ignoto 3 potrebbe essere l'assassino e non il complice"

L'omicidio Poggi continua a scatenare il dibattito, in attesa degli sviluppi dell'inchiesta

Caterina Iannaci

09 Agosto 2025, 11:32

Zona Bianca Garlasco

Delitto di Garlasco, dibattito a Zona Bianca

Delitto di Garlasco, il presunto "Ignoto 3" potrebbe essere l'assassino di Chiara Poggi? A "Zona Bianca", il 6 agosto in onda su Rete 4, Massimo Lovati, avvocato penalista e difensore di Andrea Sempio, ha aperto il dibattito sulla questione, parlando dell’enigmatico DNA rinvenuto sulla garza usata nella bocca della vittima, una traccia genetica che al momento non corrisponde a nessuno.

L’accusa sostiene che possa appartenere al killer, ma per la difesa si tratterebbe soltanto di contaminazione, data la sala autoptica dove è stata analizzata la garza, un luogo in cui la contaminazione è meno controllabile rispetto a un laboratorio. "Non dimentichiamoci - ha detto Lovati in trasmissione - che era una sala autoptica, non un laboratorio genetico. In autopsia la contaminazione è meno controllabile; in una sala del genere passano altri corpi e cadaveri", ha spiegato Lovati, aggiungendo un’incisiva riflessione sull'identità del "complice": “Perché si parla sempre del complice dell’assassino? Ammesso che esista questo ignoto 3, perché deve essere il complice e non l’assassino? Io me lo chiedo. Anche se il DNA fosse sulla garza e non nella bocca della vittima, perché dovrebbe appartenere al complice e non all’autore materiale del delitto? Mah".

Durante Zona Bianca è stato poi mandato in onda un contributo con Angela Taccia, collega di Lovati e altra difensore di Sempio, che ha ricordato un messaggio ricevuto alle 14:30 da Biasibetti, fidanzato all’epoca, che parlava di un possibile fatto accaduto a Chiara Poggi. Quel messaggio sembrerebbe però in contrasto con la tempistica ufficiale, dato che la madre di Chiara avrebbe appreso la notizia solo un’ora dopo. Inoltre, Biasibetti si trovava in Trentino quel giorno, in un’area dove il telefono non prendeva, lasciando aperto il dubbio se quel ricordo di Taccia sia preciso. Lovati ha commentato con cautela: “Bisogna capire se Biasibetti fosse con il papà e Marco durante l’escursione in montagna o con la madre di Chiara... Il racconto della mia giovane collega Angela è compatibile con l’orario della morte e con la telefonata di Alberto Stasi. Ma Stasi ha chiamato Biasibetti? Non lo so. Noi continuiamo ad azzardare ipotesi e teorie, ma dovremmo attenerci ai fatti".

Nel corso del dibattito è tornata a emergere la questione dell’impronta “33”, una nota traccia intrisa di sangue, su cui consulenti della difesa di Stasi sostengono appartenga proprio ad Andrea Sempio. Lovati ha definito la consulenza come un esercizio di “alchimia”: “Appena l’ho capito, mi sono rallegrato: viene dalla mia parte. Loro hanno fatto alchimia. È la stessa alchimia che i genetisti hanno utilizzato sulle tracce subungueali di Chiara. Sono contento, si sono smascherati: sono alchimisti.” Ha poi aggiunto con forza: “Il sangue l’hanno preso all’Avis e il sudore da un centometrista… ma basta! Dove l’hanno preso davvero quel materiale? Che esperimenti sarebbero questi? Io sono convinto che ci sia un giudice: questi consulenti si sono squalificati da soli... Da una foto non si può stabilire se ci siano sangue e sudore. Inventano, altro che alchimia: questo è peggio".

Concludendo il suo intervento, Lovati ha raccolto una forte denuncia sulla posizione del suo assistito: “Quali sono gli indizi contro Andrea Sempio? Sono tre mesi che si dice che è lui l’assassino di Chiara Poggi, ma nessuno mi ha ancora spiegato quali siano questi indizi. Non ce n’è nemmeno uno. È un’indagine finta, con un capo d’incolpazione finto. L’ho sempre detto: è solo un pretesto per riaprire un’indagine che doveva restare chiusa, senza concorso. Stasi è stato condannato, cosa c’entra adesso? È assurdo. Magari, prima o poi, qualcuno ci darà spiegazioni. Intanto, però, l’opinione pubblica è devastata, e con essa la famiglia: la mamma, il papà… e anche lui, poverino".

Sempre nel corso della puntata di "Zona Bianca" su Rete 4 si è accesa la discussione sul mistero dell’orario in cui è stata data la notizia della morte di Chiara Poggi, un nodo cruciale per la ricostruzione dei fatti attorno al delitto di Garlasco.

Il conduttore Giuseppe Brindisi ha mandato in onda un video in cui Angela Taccia, avvocato difensore di Andrea Sempio insieme a Massimo Lovati, racconta quando ha appreso della tragica notizia: “Erano le prime ore del pomeriggio, le 14:00/14:30 circa. Mi chiama Biasi (Alessandro Biasibetti, ora è frate e in quella occasione era in vacanza con i genitori e il fratello di Chiara, ndr) e mi dice che potrebbe essere successo qualcosa di brutto alla sorella di Marco: ‘Probabilmente è morta, ma non lo so, siamo ancora assonnati, dobbiamo tornare subito’. Mi ricordo che mi ero appena buttata sul divano con un libro quando ho ricevuto questa telefonata da Biasibetti che mi diceva ‘dobbiamo partire subito’".

Tuttavia, questa tempistica contrasta con la versione della madre di Chiara, che sostiene di aver saputo della morte della figlia solo un’ora più tardi, intorno alle 15:30. Il dubbio in studio si è concentrato su un punto chiave: “Come avrebbe fatto Biasibetti a contattare la Taccia se i telefoni non prendevano?” Durante quel pomeriggio, infatti, Marco Poggi, i suoi amici e il padre erano impegnati in un’escursione in montagna, in un’area dove, secondo quanto dichiarato in passato dallo stesso signor Poggi, non c’era campo. Si ritiene che Biasibetti fosse con loro, anche se manca una chiara conferma.

Massimo Lovati, chiamato a intervenire, ha detto senza nascondere un po’ di incertezza: “Io non ho capito se Biasibetti era insieme a Marco Poggi e al padre in quella gita in montagna o se era con la mamma di Chiara”. Il giornalista De Rensis, partecipante al dibattito, ha aggiunto con una supposizione diplomatica: “Non credo fosse insieme alla mamma di Chiara, sarà stato con Marco (essendo amici, è l’ipotesi più plausibile)”.

L’avvocato Lovati ha sottolineato il “buco temporale” che oscilla tra le 14:30 e le 15:30, osservando che “quello che dice la mia collega è compatibile con la morte di Chiara e anche con la telefonata di Alberto Stasi”. A questo punto Brindisi ha incalzato: “Ma chi l’ha detto a Biasibetti?” e Lovati, visibilmente confuso, ha risposto: “Non lo so bene”.

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Il conduttore ha poi chiesto come potesse la dichiarazione di Taccia conciliarsi con la telefonata di Stasi, avvenuta invece alle 13:50, visto che Taccia avrebbe ricevuto la telefonata di Biasibetti solo alle 14:00-14:30. Lovati ha replicato prontamente: “Eh, non è compatibile?” De Rensis ha ironizzato: “Cos’è? Stasi ha telefonato a Biasibetti?”, provocando Lovati a rispondere con un tono più acceso: “Ma che ne so! Noi continuiamo ad azzardare ipotesi, ma dobbiamo guardare i fatti. Chiara è stata uccisa al mattino, quindi è compatibile sia quello che ricordo io, sia quello che ha detto la Taccia”.

Infine, De Rensis ha chiesto a Lovati: “Quindi quello che hai detto delle 11:30 potrebbe essere vero?”, lasciando in sospeso un interrogativo che testimonia l’intricata matassa di orari, testimonianze e ipotesi che ancora circondano il caso di Garlasco.

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