L'intervista
avvocato Massimo Lovati
Sabato 16 agosto 2025, lo psicologo Andrea Tosatto ha pubblicato sul proprio canale YouTube un’intervista realizzata nel giorno di Ferragosto con due protagonisti chiave legati al delitto di Chiara Poggi: Massimo Lovati, avvocato di Andrea Sempio, e Paolo Larceri, ex legale del maresciallo Marchetto. Il video, che sta facendo molto discutere, affronta le piste alternative che escludono il coinvolgimento nell’omicidio di Alberto Stasi e Andrea Sempio, toccando temi delicati come il Santuario della Bozzola, la prostituzione e, più in generale, il riciclaggio di denaro. Ecco le principali rivelazioni emerse nelle ultime ore.
Delitto di Garlasco: “Premeditato”, dice Massimo Lovati
Durante l’intervista, disponibile su YouTube, Massimo Lovati affronta il controverso tema del vasetto di Fruttolo, quel frụttolo che compare in una foto recentemente diffusa sui social e che lui stesso tiene in mano all’inizio del video. Lovati fa notare che potrebbe trattarsi di un effetto creato dall’intelligenza artificiale, perché nel filmato non se ne fa esplicito riferimento, e spiega che in realtà si tratta di un dono ricevuto per il giorno di Ferragosto. Lo psicologo Tosatto interviene sui social rispondendo alle polemiche relative al Fruttolo: “La Nestlé continua a vendere regolarmente il Fruttolo. Se qualcuno ritiene inopportuna e deprecabile la commercializzazione del Fruttolo, faccia causa alla Nestlé e non venga a darci fastidio né a me, né all’avvocato Lovati, né a chi ha fatto quel dono".
Lovati, tornato poi sul cosiddetto “partito del concorso”, spiega che, visto l’inesistenza dell’Ignoto 3, “questo partito ha perso tutta l’indagine”. Ripercorrendo l’evoluzione dell’inchiesta, racconta come l’attenzione si sia spostata sulla ricerca di eventuali complici piuttosto che sull’identificazione dell’assassino: “Hanno riaperto questa indagine aggiungendo questo dato in più del concorso di persona. Essendo andati in cerca dei complici invece che dell’assassino, si sono perduti in tale dato, ormai sconfessato, di Ignoto 3".
Chiara Poggi
La perplessità di Paolo Larceri sull’autopsia “ballerina”
Paolo Larceri interviene con un’analisi critica sulla gestione dell’autopsia: “Abbiamo un istituto di medicina legale all’Università di Pavia, famosa nel mondo, a venti minuti da Garlasco, con tutte le attrezzature necessarie, e tu decidi di portare la ragazza in un posto dove non puoi pesarla, dove c’è contaminazione? Da qui nasce l’ora dell’omicidio ballerina’. Non vuoi portarla a Pavia? A dieci minuti da Vigevano c’è Abbiategrasso, e lì c’era la pesa. Non me l’hanno mai spiegata, però guarda caso una traccia viene contaminata nella sala autoptica di Vigevano. Possibile che nessuno se ne sia accorto?”.
La pista criminale e il ruolo di Chiara Poggi
Alla domanda cruciale “Chi ha ucciso Chiara Poggi?”, Massimo Lovati non ha dubbi: “Non è stato Alberto Stasi, non è stato Andrea Sempio, è stato un sicario assoldato da un’organizzazione criminale che ha dovuto sopprimerla perchè era diventata scomoda. Aveva scoperto alcune cose che non avrebbe dovuto, e che potevano essere deleterie per soggetti di alto potere.” Sulla natura di queste scoperte, Lovati spiega che avvenivano “sul territorio, avvalorate poi da ricerche online e dall’analisi del computer”.
Larceri aggiunge una sfumatura ulteriore: “Non so e non voglio neanche ipotizzare che Chiara fosse direttamente coinvolta in attività illecite, come ‘capitali da nascondere o riciclare da proventi di traffici illeciti di valuta, prostituzione, droga, armi, rifiuti’. Poteva però essere un tramite, essere venuta in contatto con queste cose, essere importante per arrivare a qualcuno che aveva la possibilità di occultare i capitali, mandarli in Svizzera o a Praga o Malta. Ovviamente è solo un’ipotesi".
La villetta di via Pascoli a Garlasco, teatro del delitto
Il ruolo del parroco e altri retroscena inquietanti
Lovati sottolinea un elemento sorprendente: “Io trovo strano che un parroco come Don Gregorio Vitali disponesse di oltre 100 mila euro per intrallazzarsi ‘omosessualmente’ con questi rumeni, che poi chiesero altri 250 mila euro di estorsione per non divulgare filmati compromettenti. Il nipote di Savu, nel memoriale, scrive che Don Gregorio baciava i piedi ‘a sua eminenza’. Non sono invenzioni mie, sono carte ufficiali. Questi 100 mila euro a favore di questi prostituti sono una cifra considerevole. L’estorsione di altri 250 mila euro è stata accertata al momento dell’arresto".
I rilievi della scientifica nella casa
Si ricorda poi che all’epoca del delitto, da Lampedusa arrivarono a Garlasco diversi bambini, portati in particolare nella zona delle Bozzole: tutti raccontavano la stessa storia e il più grande aveva quasi 14 anni. Uno di questi bambini si ammalò e finì in ospedale a Vigevano, dove riscoprirono che altri 15 piccoli erano a Garlasco. Larceri conclude: “Tutto questo incartamento è impossibile da reperire per me, ma per voi no".
Andrea Tosatto osserva: “Quindi anche la pedofilia potrebbe essere una pista!” Lovati ricorda: “Non dimentichiamoci di Don Cervio, che già nel 2006 aveva denunciato alla Curia vescovile fenomeni di pedofilia presso il Santuario della Bozzola.”
Larceri spiega poi un possibile motivo di ricatto: “Se qualcuno volesse ricattare un ‘tizio’ in possesso di algoritmi per riciclaggio, non prenderebbe le figlie direttamente, ma la nipote, perchè magari la nipote sa qualcosa. D’altra parte, Chiara aveva cinque diversi numeri dello zio Ermanno Cappa, quindi può aver saputo qualcosa? Può essere stata interrogata con violenza per farle parlare? Anche se nulla sapeva, le chiudi la bocca perchè chi ti fa certe domande ti fa capire dove vogliono arrivare.”
Un omicidio scelto con cura
Lovati definisce l’omicidio “premeditato”: “Non è stato un gesto d’impeto. La data scelta, il 13 agosto, è molto sapiente, perché non c’è nessuno: non solo perché tutti erano in ferie, ma anche perché i pochi rimasti a Garlasco erano confluiti alla fiera di agosto di Vigevano". Infine, torna su Alberto Stasi, ribadendo con fermezza: “Il discorso su Stasi gli è stato inculcato dai veri assassini, non era farina del suo sacco, e lui non sarebbe mai entrato nella casa della famiglia Poggi".
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