L'omicidio Poggi
Zona Bianca, si continua a dibattere sul delitto di Garlasco
Lo scontrino del parcheggio, il DNA di Sempio, l’impronta fantasma. Nella puntata di mercoledì 13 agosto 2025 di Zona Bianca su Rete 4, condotta da Giuseppe Brindisi, il delitto di Garlasco è tornato protagonista con dibattiti accesi. Ospiti le giornaliste Rita Cavallaro e Ilaria Cavo, l’avvocato di Alberto Stasi, Antonio De Rensis, e il legale di Andrea Sempio, Massimo Lovati.
Antonio De Rensis, legale di Alberto Stasi
Il primo tema è stato l’analisi dello “scontrino del parcheggio” presentato da Andrea Sempio durante l’interrogatorio. Ilaria Cavo ha ammesso: “Possono esserci stati degli errori in quella indagine, come succede in tante altre... La condanna di Alberto Stasi si basa su un incastro di indizi di logica... abbiamo perso la logica e l’incastro logico degli elementi che hanno portato alla condanna di Stasi... quello che ha detto Alberto di quando è entrato in quella casa, raccontandosi come soccorritore, non sta in piedi... Sono le menzogne di Stasi che non reggono di fronte a evidenze...”. Poi si è chiesta: “Cosa c’è di Sempio in quella casa? Non ho ancora capito qual è la logica che lega Sempio a questo delitto”.
Andrea Sempio
Il dna sotto le unghie di Chiara
Quando si è parlato del DNA di Sempio trovato sotto le unghie di Chiara Poggi, la Cavo ha ricordato i pareri divergenti degli esperti e le tre prove del genetista De Stefano. Rita Cavallaro ha citato l’autopsia di Ballardini, ricordando: “Nella pagina 23 sottolinea i prelievi per l’analisi del DNA. Tornando a Sempio, lui è l’elemento fondamentale di questa indagine, perché la Procura lo accusa di omicidio in concorso. Nel momento in cui c’è davvero il suo DNA – ma sarà l’incidente probatorio ad accertarlo – questo elemento sarà fondamentale perché si trovava proprio sulle unghie di Chiara e nel 2014 il genetista De Stefano disse che quel DNA era da contatto diretto e non mediato, dopo 11 anni questa cosa non può cambiare”.
L’impronta fantasma: una prova misteriosa che non compare nei verbali
Un altro tema caldo è stata la cosiddetta “impronta fantasma”, un DNA che, sebbene citato dalla stampa, non compare nei verbali ufficiali. Secondo quanto ricostruito dal sito Dillinger News, sulla scena del crimine sarebbe stata rilevata anche un’impronta plantare lasciata da un piede nudo, che presentava una deformazione compatibile con l’alluce valgo. Questa impronta non è mai stata attribuita ad Alberto Stasi, né ai familiari di Chiara, né ai soccorritori o agli inquirenti, rimanendo quindi insoluta. Secondo il medico legale Oscar Ghizzoni, consulente di Stasi, la morfologia dell’impronta è incompatibile con i piedi dell’imputato.
La Scientifica sulla scena del crimine
La Cavallaro ha sottolineato: “C’era questo DNA all’epoca, ma lo sappiamo dai giornali, nei verbali non c’è. Non sono riportate neanche le fotografie delle impronte digitali e della palmare sulla maglia del pigiama di Chiara, noi scopriamo che sono scomparse perché ce lo stanno dicendo loro a voce”. Inoltre ha raccontato che, con le moderne tecnologie, quel DNA, inizialmente giudicato non attribuibile da De Stefano, oggi per il genetista Carlo Previderè sarebbe non solo attribuibile ma anche compatibile con quello di Andrea Sempio. La Cavo ha precisato che il DNA non è stato distrutto di proposito, ma consumato durante le prove. La Cavallaro ha ribadito: “11 anni fa sì, ma oggi si può trovare! Unghie consumate? Ci sono i tracciati grezzi”.
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