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Delitto di Garlasco, l'avvocato De Rensis a Filorosso: "Lavoriamo alla revisione del processo, più accertamenti in corso di quel che si immagina. Mai avuto dubbi sull'accettare il caso, più leggevo le carte più mi convincevo che Stasi non c'entra nulla"

Il legale commenta l'inchiesta in corso

Caterina Iannaci

02 Settembre 2025, 12:29

De Rensis

Avvocato Antonio De Rensis

La difesa di Alberto Stasi lavora per chiedere la revisione del processo che ha portato alla condanna dell'ex fidanzato di Chiara Poggi, uccisa nella villetta di Garlasco nel 2007. La conferma è arrivata ieri a Filorosso, su Rai1, dal legale difensore Antonio De Rensis, che intervistato da Manuela Moreno, ha commentato le ultime novità emerse sulla nuova inchiesta aperta dalla Procura di Pavia, la quale indaga al momento Andrea Sempio. Negli ultimi giorni sono tornati sotto la lente di ingrandimento alcuni elementi che secondo alcuni addetti ai lavori e commentatori non sarebbero stati adeguatamente presi in considerazione, dalla traccia di una mano insanguinata sulla scena del crimine fino a un DNA sul pollice della vittima.

“Il DNA sul pollice di Chiara Poggi? Ci sono tanti accertamenti - ha assicurato De Rensis - molti di più di quelli che si può immaginare, vanno avanti e potrebbero essere interessanti. Non abbiamo forme di accanimento verso l’indagato, mi arrabbio con chi ha svolto le indagini allora, il dolore di oggi è frutto dell’azione dell’assassino, che per la giustizia è Stasi, e degli innumerevoli errori fatti”.

“Lavoriamo alla revisione del processo - fa sapere De Rensis - ma siamo concentrati su queste indagini, che come ha detto il giudice Vitelli sono serie e approfondite, non dobbiamo avere paura di chi sta lavorando, pm, carabinieri, RIS, la paura bisogna averla quando si commettono certi errori”.

Rivedi qui la puntata

De Rensis si dice molto confidente del lavoro che sta portando avanti in difesa del suo cliente: “Mai avuto dubbi sull’accettare questo caso - racconta - più ho letto le carte, più mi sono convinto che Stasi non c’entra nulla, le carte parlano moltissimo, non tutti coloro che si occupano della vicenda le hanno lette. La scelta del rito abbreviato del primo processo va giudicata col senno di allora, portò a due assoluzioni, stavolta con questa indagine il rito abbreviato non c’entra nulla”.

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