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Delitto di Garlasco, il giallo delle foto "sparite" dal fascicolo. L'affondo dell'ex pm Matone a Zona Bianca: "Ricerca di elementi favorevoli all'indagato principio spesso violato. Omicidio d'impeto? Arma presa in casa ma dentro non manca nulla".

Le critiche e i dubbi dell'ex magistrato sulla morte di Chiara Poggi

Caterina Iannaci

04 Settembre 2025, 13:01

Simonetta Matone

Simonetta Matone a Zona Bianca

Ieri sera a Zona Bianca su Rete4 si è tornati a discutere dell’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco e dei punti ancora oscuri della vicenda. In un articolo pubblicato su Il Tempo, la giornalista Rita Cavallaro ha riportato di un altro presunto errore nell’ambito della prima inchiesta: non tutte le foto della scena del crimine sarebbero entrate nel fascicolo, per via di una sovrascrizione di dati del Ris per l’utilizzo delle fotocamere per altri casi, circostanza emersa durante il processo del 2009.

«Ci sono state importanti problematiche relative alle foto fatte sul luogo del delitto, perché nella loro numerazione dentro al fascicolo alcuni numeri saltavano – ha detto la Cavallaro in puntata – e scopriamo oggi dalle carte che il prof Giarda aveva sollevato la questione, e il pm ha dovuto ammettere che alcune foto il Ris le aveva cancellate, facendo altri sopralluoghi utilizzando la stessa macchina fotografica. Quindi oggi noi non sappiamo quali foto sono state selezionate e quali sono state consegnate per l’inchiesta, e questa è una cosa grave».

Delitto di Garlasco, la scena del crimine nella villetta di via Pascoli

Nel merito è entrata Simonetta Matone, ex magistrato: «Purtroppo, il principio più violato in Italia dai pm è la ricerca degli elementi favorevoli all’indagato, un atteggiamento mentale diffuso ma grave perché altera il quadro di insieme – è la critica – le foto devono essere tutte a disposizione, perché altrimenti la scena del crimine risulta alterata a sfavore degli indagati».

Chi è Simonetta Matone

Laureata in giurisprudenza alla Sapienza di Roma nel 1976, ha avuto una lunga carriera nel sistema giudiziario, specializzandosi nella tutela dei minori. È stata vicedirettrice del carcere Le Murate a Firenze, giudice a Lecco e magistrato di sorveglianza a Roma. Dal 1991 al 2008 è stata sostituto procuratore presso il Tribunale per i minorenni di Roma. Successivamente ha ricoperto incarichi di governo, tra cui capo di gabinetto al Ministero delle Pari Opportunità. Entrata in politica con la Lega per Salvini Premier, dal 13 ottobre 2022 è deputata alla Camera.

Gli ulteriori dubbi dell’ex magistrato

«Questa vicenda suscita degli inquietanti interrogativi. La sentenza Cassazione si conclude con una frase gravissima, e cioè che l’omicidio di Chiara Poggi è un omicidio d’impeto, questo vuol dire che l’assassino, all’improvviso, ha preso qualcosa in casa per uccidere Chiara, ma da casa di Chiara Poggi non manca niente. Questo è un punto interrogativo grosso come una casa».

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