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Delitto di Garlasco, la difesa di Stasi vuole rivalutare quattro tracce avvolte nel mistero. Il genetista Linarello a Zona Bianca: "Con le nuove tecnologie possono raccontare altro"

Sotto i riflettori il dna sul pollice di Chiara Poggi e ulteriori tre elementi, di cui si chiede l'analisi del materiale non processato: "La rilettura dei dati può aggiungere o corroborare determinate tesi e risultati"

Caterina Iannaci

05 Settembre 2025, 13:50

Pasquale Linarello

Il genetista Pasquale Linarello

Come ha svelato il quotidiano Il Tempo, in un articolo a firma di Rita Cavallaro, nella nuova inchiesta sul delitto di Garlasco sotto i riflettori degli investigatori ci sarebbe un DNA maschile rilevato nel 2007 sul pollice destro di Chiara Poggi. Il campione è stato catalogato con la sigla “MDX1Ris, ed era stato raccolto con un tampone durante i primi rilievi immediatamente dopo il delitto, senza però fornire risultati chiari, per via di una contaminazione.

Un effetto “ladder”, cioè un’amplificazione casuale del DNA, e un’intensità dei segnali troppo bassa avevano impedito di interpretare il profilo con certezza. Tuttavia, la presenza di marcatori indicava senza ombra di dubbio che si trattava di un DNA maschile.

Oggi quel campione, riesaminato con le attuali tecnologie, potrebbe raccontare altro. A Zona Bianca ha analizzato la situazione Pasquale Linarello, genetista e consulente della difesa di Alberto Stasi.

"Hanno ritenuto di non attribuirlo, perchè contaminato e difficile da comparare - spiega - noi non chiediamo di fare nuove analisi ma valutazioni con i nuovi software a disposizione, che aiutano a livello statistico ad attribuire la traccia. Riuscire a fare questo potrebbe spostare di molto le prove a carico di Sempio, ma anche escluderle" sottolinea.

Ci sono anche altre tre tracce, di natura diversa, la 57 sul pomello della oorta a soffietto delle scale, la 59 sul rubinetto del lavandino del bagno, e la 60, nella maniglia interno della porta di ingresso. Quattro elementi di cui la difesa di Stasi chiede di analizzare il DNA non processato.

"Noi non abbiamo mai avuto accesso ai dati grezzi, leggendo la relazione del Ris vedo positività alla presenza di DNA totale, il Ris procede con l'amplificazione, vuol dire c'è del materiale, e invece c'è una negatività di cromosoma Y - evidenzia Linarello - rilevare in quei punti un DNA che non appartiene ai familiari di Chiara Poggi va poi contestualizzato, però trovare un DNA estraneo diventa in qualche modo fondamentale. La rilettura dei dati grezzi può dare, alla luce indagini, un esito che all'epoca ritenuto non utilizzabile, aggiungere o corroborare determinate tesi e risultati".

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