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L'inchiesta

Delitto di Garlasco, dal Ris una nuova verità: analizzata anche l'impronta di una mano, cosa è emerso. Il riesame medico legale decisivo per l'arma: incidente probatorio, cosa succede ora

I rilievi dei carabinieri hanno messo un primo punto fermo ma gli accertamenti proseguono

Caterina Iannaci

17 Settembre 2025, 13:42

Chiara Poggi

Chiara Poggi

La nuova perizia sul caso Garlasco apre scenari inediti e complessi nella ricostruzione del delitto di Chiara Poggi, con un’esame più completo e differente delle tracce di sangue rinvenute nella villetta di via Pascoli. Dopo quasi vent’anni, emerge una visione che potrebbe correggere o integrare quella già nota, in quanto la consulenza del Ris di Cagliari, depositata recentemente a Pavia, ha incluso analisi mai effettuate prima, come l’impronta di una mano lasciata in una chiazza di sangue alla base delle scale, finora trascurata nei dossier ufficiali.

La Procura di Pavia

Questa nuova consulenza, però, non entra nel merito delle responsabilità né indica con certezza se l’impronta sia della vittima, dell’assassino o frutto di contaminazioni, dato che un carabiniere intervenuto scivolò proprio sul sangue, potenzialmente alterando la scena. Inoltre, mentre gli inquirenti mantengono il massimo riserbo su questi documenti in attesa del completamento delle indagini, l’attenzione si concentra anche sulle perizie genetiche, in particolare su quelle riguardanti il Dna trovato sulle unghie di Chiara Poggi.

La scena del crimine nella villetta di via Pascoli

La Procura di Pavia ha riaperto il filone investigativo sulle tracce sul Dna, che in passato erano state considerate insufficienti o contaminate. In particolare, la perizia del 2014 aveva rilevato solo porzioni incomplete, interpretate originariamente come “contaminazioni da contatto” con oggetti presenti in casa. Nuove analisi puntano a rivalutare questi dati e a collegarli all’attuale indagato Andrea Sempio, con periti al lavoro per estrarre il massimo dalle informazioni disponibili.

Si è inoltre sviluppata l’ipotesi che parte del materiale genetico contaminato possa essere derivato dalle procedure autoptiche: appare possibile che per tagliare le unghie e la garza per tamponi orali sia stata usata la stessa forbice non sterilizzata, diffondendo così DNA estraneo. Questa circostanza, già accertata in parte dalle analisi sul cosiddetto “ignoto 3” trovato sulla garza, alimenta dubbi sull’attendibilità di alcune prove biologiche e conferma la necessità di nuove valutazioni. Servirebbero dati grezzi delle analisi del 2014, ma secondo Fanpage.it tutto sarebbe già nella perizia e il resto non sarebbe più recuperabile. Ma c'è di più, sempre secondo Fanpage.it: sta prendendo piede l'ipotesi che sulle unghie di Chiara Poggi ci possa essere una contaminazione non solo legata ad ambienti famigliari.

L’incidente probatorio, la cui chiusura è stata rinviata a fine ottobre, rappresenta dunque una tappa cruciale per definire con maggior precisione l’esatta dinamica dell’omicidio e chiarire i dubbi irrisolti su potenziali contaminazioni e la possibile presenza di più persone coinvolte. Nel frattempo, l’anatomopatologa Cristina Cattaneo procederà a una nuova analisi medico-legale che integrerà i rilievi scientifici, offrendo elementi fondamentali ai carabinieri del Nucleo investigativo di Milano soprattutto in relazione all'arma del delitto.

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