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Omicidio Poggi, l'impronta 33
Omicidio di Chiara Poggi, la difesa di Alberto Stasi insiste: ad uccidere la giovane non è stato l'ex fidanzato ma altre persone e ci sono delle impronte che lo possono dimostrare. Durante la puntata di giovedì 11 settembre di Ore 14, il genetista Pasquale Linarello, consulente della difesa dell'uomo condannato per il delitto di Garlasco, ha rilanciato la chiave di lettura sul caso che ancora oggi divide l'Italia. Secondo Linarello, l’ormai famosa “impronta 33” trovata sul muro del disimpegno che collega la zona giorno alla cantina di via Pascoli 8 sarebbe una vera traccia di sangue, collegabile al presunto assassino.
Il genetista Linarello a Ore14
Si tratta, ha spiegato, “dell’unica traccia su quel muro che dà anche una reazione, a differenza delle altre tracce, alla ninidrina”. La quale, ha aggiunto, “reagisce alla parte organica”, confermando quindi la natura biologica della macchia.
Linarello ha sottolineato un particolare importante: l’impronta è composta da due aree, una “molto più intensa, molto più violacea”, che potrebbe contenere elementi biologici in quantità maggiore rispetto alle altre impronte. “Non significa che l’individuo che ha lasciato l’impronta avesse le mani grondanti di sangue,” precisa, “ma che si è pulito le mani in modo frettoloso, lasciando l’impronta ‘gravando su una parte’ che reagisce alla ninidrina”.
Il genetista osserva inoltre che l’impronta, risultata in parte non leggibile perché “le creste del derma si spalmano sul muro”, si trova in una posizione compatibile con la postura in piedi dell’assassino, “e non al momento dell’aggressione”, visto che lì “non sono stati rilevati schizzi di sangue”.
Il consulente dei Poggi, Marzio Capra
La replica arriva pronta da Marzio Capra, consulente della famiglia Poggi, che definisce il discorso di Linarello “privo di materialità analitica”. Capra ricorda che “i risultati delle analisi sulle tracce di sangue sono negativi”, e sottolinea con una punta di critica che Linarello espone le sue ipotesi “a 17 anni di distanza da quegli esami”. “Lui dice ‘forse, potrebbe essere’, mentre noi lavoriamo su dati certi”. "Domani - è la stilettata - possiamo anche inventarci o sostenere che vedremo il famoso asino che vola. La genetica è talmente potente che magari domani nascerà effettivamente un asino con le ali. Ma fino a quando noi non lo vediamo questo asino volare, non possiamo dire: c’è un asino che vola".
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