Il caso
Chiara Poggi
Clamorosi sviluppi sono in arrivo per la nuova inchiesta sulla morte di Chiara Poggi? Ieri, 7 settembre, tre nuovi testimoni sarebbero stati ascoltati nell’ambito delle indagini: è la notizia bomba riportata dal giornalista Marco Gregoretti nel suo ultimo video su YouTube.
Gregoretti ha rivelato che si tratterebbe di testimoni oculari che per tutti questi anni si sono portati dentro questo groppone… perché avevano paura. Persone adulte, dunque, che avrebbero assistito in qualche modo ai fatti e che, sottolinea Gregoretti, per lunghi anni hanno mantenuto il silenzio, spaventate da minacce o intimidazioni. Ora, finalmente, sembrano pronte a parlare e a fornire elementi importanti per far luce sulla morte di Chiara Poggi.
La sede della Procura di Pavia
Dalla Procura di Pavia al momento non sono arrivate né conferme né smentite circa questa rivelazione: va precisato che si tratta di sommarie informazioni testimoniali (SIT). Gregoretti sottolinea l’importanza di questi testimoni, definiti “adulti” e “oculari”, e lancia un indizio criptico ai suoi spettatori, parlando del nome “Steven” come possibile chiave per la risoluzione del caso.
L’inchiesta, che ha visto già ipotesi forti come quella della riesumazione del corpo della giovane, potrebbe ora prendere una nuova direzione, se l’indiscrezione venisse confermata. Dopo oltre 18 anni dal delitto, la possibilità di testimonianze chiave mai prima ascoltate accende una nuova speranza per una svolta definitiva nell’individuazione della verità dietro l’omicidio di Chiara Poggi.
La scena del crimine nella villetta di Via Pascoli a Garlasco
Così Albina Perri, direttore del settimanale Giallo, commenta l'indiscrezione: "Da quello che mi risulta, una persona è andata a portare un video con una registrazione in cui parlano alcune persone. Non si sa altro, nè se questo video sarà preso in considerazione nè se si tratti di qualcosa di interessante. Staremo a vedere. Il resto al momento sono solo voci".
Le indagini, a che punto sono?
Se gli accertamenti tecnici dovessero richiedere più tempo, l’iter dell’indagine sull’omicidio di Garlasco si allungherebbe ulteriormente: slitterebbe infatti anche l’udienza già fissata per il 24 ottobre con i consulenti. Una battuta d’arresto che comporterebbe nuovi ritardi, ma senza superare il limite massimo di 18 mesi per la chiusura delle indagini. Considerando che l’inchiesta è stata riaperta a gennaio, gli inquirenti dovrebbero quindi concludere il loro lavoro entro la tarda primavera del 2026, anche se fonti vicine alla procura ipotizzano un’accelerazione possibile con termine entro gennaio.
Il fattore decisivo restano i risultati attesi dalla relazione dei Ris di Cagliari sulla ricostruzione in 3D della dinamica del delitto, un documento cruciale che potrebbe fare luce su molti aspetti rimasti oscuri finora. A rendere ancora più complesso il quadro investigativo, il presunto riemergere di nuovi potenziali testimoni oculari.
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