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Cristina Cattaneo
Proseguono gli accertamenti sul nuovo filone di indagine sulla morte di Chiara Poggi. Mentre va avanti l'incidente probatorio, con la scoperta di 8 nuove impronte rilevate su cereali e spazzatura, gli addetti ai lavori discutono degli scenari legati al riesame medico legale affidato alla professoressa Cristina Cattaneo, una consulenza che potrebbe rivelarsi decisiva. Collegati ieri sera con Zona Bianca, sia il collega Vittorio Fineschi, che il noto avvocato Annamaria Bernardini De Pace, si sono detti convinti che il lavoro del perito sarà cruciale per riscrivere la storia dell'omicidio.
"Il lavoro non sarà solo una ricostruzione storica, sarà una rivalutazione di reperti e quindi si tratterà di consegnare nuove oggettività - ha detto il luminare in medicina legale - le fratture sul cranio, visibili dalla tac di allora, possono già dirci quanti colpi sono stati inferti, qual è il primo, in quale zona e quali sono succeduti al primo colpo inferto. E’ anche possibile cercare di risalire all’arma del delitto con le nuove tecnologie, di capire se si trattava di metallo puro, di una lega. Arma o armi? Le lesioni al vertice della testa sono stati classificate come dovute a un oggetto battente, mentre quelle sul volto sono state interpretate come una possibile arma da taglio. Più armi presuppongono più aggressori ed è un’ipotesi più che sostenibile proprio per la molteplicità di lesioni riscontrate sul corpo e per la atipicità della lesione attribuibile a un solo mezzo. Le lesioni di per sé quasi sicuramente non sono state immediatamente mortali e questo ci dice che c’è un tempo di sopravvivenza che deve essere stimato nuovamente perché può dirci molto sull’epoca della morte".
L'avvocato De Pace
Fiduciosa anche la Bernardini Pace: "Io credo che Cristina Cattaneo ci darà un’altra ora del delitto. Secondo me, non è stato assolutamente alle 09:30. Ci saprà dire il numero degli assassini, che ho sempre avuto la sensazione fossero più di uno, ci saprà dire soprattutto gli errori che sono stati fatti e che hanno portato alla condanna di Stasi. La Cattaneo poi è troppo brava per lasciarsi sfuggire quale è stata l’arma del delitto".
Vittorio Fineschi
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