L'inchiesta
La scena del crimine dentro la villetta di via Pascoli
A Garlasco, dopo anni di indagini e processi, resta l'elemento più incerto: l'orario della morte di Chiara Poggi. Ora quel nodo torna al cuore dell'inchiesta bis che vede indagato il 37enne Andrea Sempio, commesso locale. La relazione dell'anatomopatologa Cristina Cattaneo, disposta dai pm Stefano Civardi e Giuliana Rizza prima dell'estate, deve ancora essere depositata in procura.
Ma le indiscrezioni, come riporta La Provincia Pavese, rivelano già un'ipotesi esplosiva: l'aggressione potrebbe essere avvenuta in più tempi, con la vittima che si sarebbe difesa, allargando la finestra temporale del decesso.

La consulente Cristina Cattaneo
Chiara Poggi fu uccisa la mattina del 13 agosto 2007 in via Pascoli. La consulente sta esaminando le carte dell'autopsia per chiarire la natura delle ferite – inferte da una o più armi, o da più persone – e per collocare l'aggressione sul piano temporale. Secondo le prime voci, l'orario della morte potrebbe avvicinarsi a quello indicato dal medico legale Marco Ballardini: tra le 10.30 e le 12, più probabilmente fra le 11 e le 11.30. Un intervallo ben più ampio dei canonici 18 minuti fissati nella sentenza di condanna di Alberto Stasi, l'ex fidanzato.
Andrea Sempio e Alberto Stasi
La sentenza su Stasi e il nuovo scenario
Spostare in avanti l'orario dell'omicidio farebbe uscire Stasi di scena e aggraverebbe la posizione di Sempio. La Cassazione, nella sentenza definitiva sul caso Garlasco, collocò la morte di Chiara tra le 9.12 e le 9.35: la fascia tra la disattivazione dell'allarme di casa e il momento in cui Stasi si mise al computer per la tesi. Alle 9.45, però, il cellulare di Chiara ricevette uno squillo dal telefono di Stasi. Ecco perché la Procura di Pavia sta riscrivendo la dinamica: l'omicidio slitterebbe in avanti, in un orario in cui Sempio era di sicuro a Garlasco, privo di alibi solido.

Chiara Poggi
Scontrino e telefonate inchiodano l'indagato?
Lo scontrino del parcheggio a Vigevano, brandito da Sempio come prova di un'assenza dalla villetta di via Pascoli, è timbrato alle 10.18. I carabinieri di Milano nutrono dubbi: un testimone – pare un familiare dello stesso indagato – metterebbe in discussione la ricostruzione. Ma anche se autentico, l'omicidio potrebbe essere avvenuto dopo. Decisive, poi, le telefonate: i tabulati mostrano due contatti con amici quella mattina. Uno alle 9.58 (chiamata a vuoto) e un messaggio alle 11.10. In entrambi i casi, il telefono di Sempio aggancia le celle di Garlasco.
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