L'inchiesta
Andrea Sempio e Alberto Stasi
Entra in scena un misterioso Ignoto 2 nelle indagini sul delitto di Chiara Poggi, grazie alla perizia della genetista Denise Albani. Come riporta un pezzo a firma di Luca Fazzo de Il Giornale, tra le novanta pagine del rapporto emerge una traccia di Dna sotto l'unghia Msx4 – probabilmente l'indice sinistro della vittima – che non appartiene né ad Andrea Sempio, né ad Alberto Stasi, né ad altri otto uomini analizzati, inclusi il padre, amici e medico legale. Questa scoperta suggerisce la presenza di un possibile complice, rendendo l'accusa contro Sempio più fragile in vista del processo a Pavia.

Chiara Poggi
La perizia indica una possibilità "da forte a moderatamente forte" che il Dna sul mignolo sinistro di Chiara sia di Sempio, con probabilità "moderata" per il pollice destro. Eppure, il Dna sotto la Msx4 è "altrettanto chiaro" ma estraneo a tutti i profili confrontati, alimentando l'idea di un secondo uomo sulla scena del crimine. La difesa di Sempio potrebbe sfruttare questa variabile: senza altri indagati invitati alle analisi, l'imputazione di omicidio volontario aggravato rischia di apparire incompleta.
Sempre come scrive Il Giornale, senza la "pistola fumante" promessa dai pm, le prove scientifiche potrebbero non convincere giudici e giurati "al di là di ogni ragionevole dubbio". L'espressione "da forte a moderatamente forte" usata da Albani lascia spazio a dubbi, insufficienti per un ergastolo. Intanto, le indagini potrebbero scagionare definitivamente Stasi: nuove analisi genetiche e impronte non lo collegano al delitto, mentre la consulenza di Cristina Cattaneo sposta l'ora della morte oltre le 9:35, rendendo inattaccabile il suo alibi.

La scena del crimine nella villetta di via Pascoli
Come riferisce RaiNews.it, il procedimento accelera con una mossa strategica della difesa di Andrea Sempio, che potrebbe richiedere l'analisi dell'impronta 33 sul muro delle scale verso il seminterrato della villetta di via Pascoli. Questa traccia palmare, attribuita dagli inquirenti a Sempio e priva di sangue ma con sudore, rappresenta un punto critico: i legali contestano l'attribuzione dattiloscopica, parlando di "inversione di approccio investigativo". La richiesta mira a estendere l'incidente probatorio, coinvolgendo i tre esperti davanti al Gip.
In passato, la procura di Pavia ha escluso ulteriori accertamenti biologici sull'impronta 33, poiché l'intonaco prelevato è "interamente utilizzato" dalle analisi precedenti, compromesso dalla ninidrina. Periti dei legali di Stasi la descrivono "intrisa di sangue e sudore", frutto di un "contatto palmare intenso" non compatibile con una semplice discesa scale. Le consulenze della difesa di Sempio ribaltano questa interpretazione, alimentando lo scontro tecnico sul deposito della traccia.
L'impronta 33
Con un team difensivo rinnovato – confermata solo l'avvocata Taccia – la difesa valuta di rivedere la posizione iniziale e allargare gli esami, in vista dell'udienza del 18 dicembre. Gli esperti dovranno chiarire software, metodologia genetica e campione biostatistico usato per il Dna. Questa mossa potrebbe ridisegnare l'impianto accusatorio di omicidio in concorso, complicando il percorso verso il processo.
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