L'inchiesta
Rita Cavallaro
Un nuovo pezzo a firma della giornalista Rita Cavallaro, su Il Tempo, riporta i dettagli legati alla recente perizia sul dna sotto le unghie di Chiara Poggi realizzata dalla genetista Denise Albani, nell'ambito dell’incidente probatorio sulla perizia genetica nel caso di Chiara Poggi, la giovane trovata morta a Garlasco nel 2007. A firmare il documento di 94 pagine è la consulente, nominata dal giudice delle indagini preliminari di Pavia Daniela Garlaschelli, la quale conferma una svolta che potrebbe risultare decisiva: il DNA trovato sulle unghie di Chiara appartiene ad Andrea Sempio.
La genetista Denise Albani
La perizia di Albani, riportata in dettaglio dalla Cavallaro, confermerebbe le conclusioni già raggiunte dai primi consulenti genetici della Procura, i professori Carlo Previderè e Pierangela Grignani, includendo l’esclusione di altre persone interessate al dibattimento. Per gli inquirenti, questa nuova relazione «annulla la precedente perizia del professor Francesco De Stefano del 2014».
Nel testo si legge: «Dalla valutazione dell’aplotipo misto parziale in singola replica non consolidato Y428 – MDX5 e dalla comparazione con gli aplotipi delle persone di interesse è emersa l’esclusione di tutti i soggetti eccetto SEMPIO Andrea (e tutti i soggetti di sesso maschile imparentati per via patrilineare), risultato non escluso quale contributore alla traccia su 12 dei 12 loci tipizzati». Albani prosegue spiegando che, «data l’evidenza, l’ipotesi che Sempio o suoi parenti maschi patrilineari abbiano contribuito alla traccia è da 476 a 2153 volte più probabile rispetto all’ipotesi alternativa di due soggetti ignoti non imparentati». I valori indicano un supporto «da moderatamente forte a forte» per la sua presenza.

Andrea Sempio
L’analisi di un secondo aplotipo, Y429 – MSX1, conferma analoghe conclusioni: «Sempio Andrea è risultato non escluso su 10 loci tipizzati e la sua partecipazione è da 17 a 51 volte più probabile rispetto all’ipotesi di contributori sconosciuti». Albani sottolinea che tali valori rappresentano un «supporto moderato» alla sua presenza.
La genetista conclude la perizia con una riflessione scientifica importante, evidenziando che «una corretta valutazione di questi risultati deve considerare le “proprietà intrinseche” degli aplotipi analizzati, molte criticità nella gestione degli atti e le attuali limitazioni scientifiche, come l’assenza di un database per la popolazione locale». Ribadisce inoltre che «l’analisi del cromosoma Y non consente mai l’identificazione certa di un singolo individuo, anche con dati completi e consolidati».
Soddisfatta la difesa di Stasi
L’avvocata Giada Bocellari, legale di Alberto Stasi – condannato definitivamente a 16 anni per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi – commenta con fermezza la nuova perizia genetica emersa nelle indagini. Secondo la difesa, il documento «cristallizza l’assenza totale di DNA di Stasi», contrariamente a quanto sostenuto nel processo d’appello bis del 2014, quando il professor Francesco De Stefano non lo aveva escluso.
L'avvocato Giada Bocellari
Bocellari definisce questa perizia «un primo punto fermo in questa nuova indagine», sottolineando come fino a oggi si ripetesse che il DNA ritrovato sulle unghie della vittima fosse degradato e non confrontabile. La nuova analisi, invece, «conferma integralmente le conclusioni della Procura di Pavia e quelle della difesa Stasi», superando le supposizioni precedenti.
La legale evidenzia inoltre che, pur tenendo conto delle particolari caratteristiche del DNA di cromosoma Y – «più volte ribadite anche dai consulenti di parte» – la perizia dimostra una «concordanza forte e moderatamente forte con l’aplotipo Y di Andrea Sempio» trovato su due unghie di mani diverse di Chiara Poggi.
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