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L'inchiesta

Delitto di Garlasco, il giallo delle 107 impronte: "28 sono comparabili". Misteri, polemiche e il rebus della "33": cosa emerge, la situazione

I consulenti della procura di Pavia, Gianpaolo Iuliano e Nicola Caprioli, stanno cercando di fare chiarezza

Caterina Iannaci

17 Novembre 2025, 13:53

Delitto di Garlasco, scena del crimine

La scena del crimine nella villetta di via Pascoli

L’incidente probatorio sull’omicidio di Garlasco procede, ma per ora non ha portato elementi decisivi a chiarire la verità. Un’analisi dattiloscopica condotta sulle impronte rilevate in casa Poggi ha permesso di individuare ben 107 frammenti, ma la maggior parte sono attribuibili a persone che avevano diritto di accesso o che sono entrate nei giorni successivi al delitto.

Chiara Poggi

Come spiega un articolo de Il Giornale, “l’attesa maggiore è per l’analisi del DNA del perito Denise Albani”, considerata una possibile svolta nell’indagine. Nel frattempo, le impronte trovate sui sacchetti della spazzatura e dei cereali appartengono esclusivamente a Chiara Poggi, la vittima, mentre altre presentano le tracce di carabinieri o di Marco Poggi, che viveva nell’abitazione.

L'impronta n.33

Uno dei punti più critici dell’inchiesta riguarda la contaminazione della scena del crimine: “non tutti gli operatori sono entrati con l’abbigliamento sterile adeguato, contaminando inevitabilmente la scena del crimine”. Come riporta Il Giorno, sono almeno 25 le persone fra carabinieri, personale del 118, addetti delle pompe funebri, che, nel concitato pomeriggio del 13 agosto 2007, entrano nel villino di via Pascoli, a Garlasco, dove è stata trucidata Chiara Poggi. Questo ha complicato la ricostruzione dei fatti e l’attribuzione delle impronte rilevate.

I consulenti della procura di Pavia, Gianpaolo Iuliano e Nicola Caprioli, stanno cercando di fare chiarezza su queste impronte, la maggior parte delle quali “sono 78 frammenti ancora da attribuire”. Di questi, ancora riferisce Il Giorno, 28 sono considerati potenzialmente comparabili e quindi utili per la perizia. Interessante è il dato che “una di queste impronte appartiene al falegname e 25 non sono né di Sempio né di Stasi”, indagato e poi condannato.

L'esterno della villetta di via Pascoli

L’impronta numero 33, infine, resta al centro delle polemiche: mentre la procura e i consulenti difensivi di Stasi la attribuiscono a Sempio, “i consulenti della famiglia Poggi e dello stesso Sempio sono di avviso contrario”. Una conferma che il caso continua a generare dibattiti senza tregua, mantenendo alta l’attenzione sull’ennesimo giallo giudiziario italiano.su queste impronte, la maggior parte delle quali “sono 78 frammenti ancora da attribuire”. Di questi, ancora riferisce il Giorno, 28 sono considerati potenzialmente comparabili e quindi utili per la perizia. Interessante è il dato che “una di queste impronte appartiene al falegname e 25 non sono né di Sempio né di Stasi”, indagato e poi condannato.

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