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L'inchiesta

Delitto di Garlasco, le rivelazioni di Rita Cavallaro su Gente: "Per la sentenza Stasi colpevole ma la consulente Cattaneo sta ribaltando totalmente quella versione. Ecco cosa ha scoperto"

La giornalista ricostruisce quanto sta emergendo dalle nuove indagini

Caterina Iannaci

07 Novembre 2025, 13:55

Rita Cavallaro

Rita Cavallaro

Il drammatico caso dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto la mattina del 13 agosto 2007 nella villetta di via Pascoli a Garlasco, è al centro di una clamorosa revisione. A tracciarne i contorni, in un articolo pubblicato sulla rivista Gente, è la giornalista Rita Cavallaro, che riporta quanto sta emergendo. La nuova inchiesta, che vede indagato Andrea Sempio in concorso con altre persone, presenterebbe infatti uno scenario radicalmente diverso da quello che ha portato alla condanna di Alberto Stasi.

Chiara Poggi

Una ricostruzione firmata dalla professoressa Cristina Cattaneo, anatomopatologa di fama internazionale, mette in discussione l’orario della morte e la dinamica del delitto, con ripercussioni importanti anche sul destino giudiziario di Stasi: “Una morte in più fasi, con tempi dilatati,” emerge dagli accertamenti, “e una vittima che si difende”.

La sentenza del 2015 aveva fissato l’orario dell’omicidio intorno alle 9.12, incastrando Stasi in un arco temporale di soli 23 minuti, considerato impossibile per compiere la violenza, pulirsi e tornare a casa. Il racconto processuale dipingeva il fidanzato che, in bicicletta, entra in casa Poggi, discute brevemente con Chiara e, colto da un raptus, la aggredisce, prima vicino alle scale del salone poi in cantina, dove la uccide con un oggetto contundente. Dopo un momento di calma apparente sul divano, si lava e fa sparire le tracce del sangue, lasciando solo qualche impronta, e alle 9.36 accende il computer per lavorare alla tesi. Alle 13.50 è lui stesso a chiamare i soccorsi come finto scopritore del cadavere.

La professoressa Cristina Cattaneo

Ma la nuova perizia - come racconta la Cattaneo - che integra la Bloodstain Pattern Analysis del RIS di Cagliari con la consulenza di Cattaneo, svela “un omicidio in almeno tre fasi” e con “forze diverse, quindi probabilmente più mani e più armi,” un quadro ben lontano dal delitto d’impeto studiato fino ad oggi. La violenza sale gradualmente e la vittima, stando al nuovo scenario, tenta disperatamente di difendersi. L’orario del decesso viene spostato tra le 11 e le 11.30.

Il primo contatto, alle 9.12, sarebbe stato un litigio con “prime violenze sul divano del salone,” dove rimangono le tracce di sangue. La seconda fase si consuma “davanti alle scale,” con Chiara colpita in volto e svenuta per decine di minuti, durante i quali si forma una pozza di sangue con l’impronta di una mano sinistra insanguinata. La vittima viene poi trascinata verso la cantina, ma si risveglia, e qui avviene la fase finale del massacro con l’arma metallica che le sfonda il cranio, provocando schizzi di sangue sui muri e sotto la cornetta del telefono.

Alberto Stasi

È proprio nella discesa verso la cantina che si trovano tracce importanti: l’“impronta 33,” che secondo i consulenti della Procura di Pavia e di Stasi sarebbe attribuibile a Sempio per quindici minuzie, e altre tracce ancora, tra cui una “Frau a pallini numero 42” che però Stasi non ha mai posseduto. Non essendoci ulteriori segni di trascinamento del corpo, l’ipotesi è che Chiara sia stata sollevata e gettata sulle scale della cantina.

La nuova indagine ha già visto l’applicazione di un avatar antropometrico di Sempio sulla scena del crimine, dopo una misurazione completa del suo corpo effettuata dalla professoressa Cattaneo, e ulteriori risultati sono attesi a breve. Il quadro che ne emerge rovescerebbe le certezze acquisite in tribunale, allargando le indagini e, soprattutto, “scagionando Stasi,” fino a ieri ritenuto unico responsabile.

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